San Leone Magno. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza
« Ecco ora il giorno della salvezza ! » Certo, non c'è tempo che non sia pieno dei doni divini. In ogni tempo, la grazia di Dio ci apre l'accesso alla sua misericordia. Tuttavia, ecco ora il momento in cui occorre che tutti i cuori siano stimolati con un ardore più grande, nel progresso spirituale, con maggiore fiducia. Infatti il ritorno del giorno in cui siamo stati riscattati ci invita ad ogni opera spirituale. Così celebreremo, il corpo e l'anima purificati, il mistero che prevale su tutti gli altri : il sacramento della Pasqua del Signore.
Tali misteri esigerebbero uno sforzo spirituale continuo, in modo tale che rimanessimo sempre, sotto lo sguardo di Dio, così come dovremmo essere trovati nella festa di Pasqua. Ma questa virtù si trova soltanto in pochi uomini ; per noi, in mezzo alle attività di questa vita, a causa della debolezza della carne, lo zelo si infiacchisce... Per rendere la purezza alle nostre anime, il Signore ha preparato il rimedio di un allenamento di quaranta giorni, nei quali le colpe commesse durante gli altri tempi possano essere riscattate dalle opere buone, e consumate dai santi digiuni. Prendiamoci cura, quindi, di obbedire al comandamento dell'Apostolo : « Purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello Spirito » (2 Cor 7, 1).
Tuttavia, il nostro modo di vivere si accordi con la nostra astinenza. L'essenziale del digiuno non è la sola astensione dal cibo ; non c'è nessun profitto nel sottrarre il cibo al corpo se il cuore non si distoglie dall'ingiustizia, se la lingua non si astiene dalla calunnia... Questo è il tempo della mitezza, della pazienza, della pace... Ora, che l'anima forte si abitui a perdonare le ingiustizie, a non contare gli affronti, a dimenticare le ingiurie... Tuttavia, che il contegno dello spirito non sia triste ; che sia santo. Che non si senta il mormorio dei gemiti ; che ci sia una vera gioia.
Tali misteri esigerebbero uno sforzo spirituale continuo, in modo tale che rimanessimo sempre, sotto lo sguardo di Dio, così come dovremmo essere trovati nella festa di Pasqua. Ma questa virtù si trova soltanto in pochi uomini ; per noi, in mezzo alle attività di questa vita, a causa della debolezza della carne, lo zelo si infiacchisce... Per rendere la purezza alle nostre anime, il Signore ha preparato il rimedio di un allenamento di quaranta giorni, nei quali le colpe commesse durante gli altri tempi possano essere riscattate dalle opere buone, e consumate dai santi digiuni. Prendiamoci cura, quindi, di obbedire al comandamento dell'Apostolo : « Purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello Spirito » (2 Cor 7, 1).
Tuttavia, il nostro modo di vivere si accordi con la nostra astinenza. L'essenziale del digiuno non è la sola astensione dal cibo ; non c'è nessun profitto nel sottrarre il cibo al corpo se il cuore non si distoglie dall'ingiustizia, se la lingua non si astiene dalla calunnia... Questo è il tempo della mitezza, della pazienza, della pace... Ora, che l'anima forte si abitui a perdonare le ingiustizie, a non contare gli affronti, a dimenticare le ingiurie... Tuttavia, che il contegno dello spirito non sia triste ; che sia santo. Che non si senta il mormorio dei gemiti ; che ci sia una vera gioia.
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