
La Santa Sede ribadisce in modo netto  e chiaro che la dottrina sul sacerdozio  riservato agli uomini è definitiva  e quindi irreformabile. Lo fa con un lungo articolo sull’Osservatore  Romano dell’arcivescovo  Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la dottrina  della fede (Cdf) che verrà creato cardinale  il pomeriggio del prossimo 28 giugno, il quale ribadisce con vigore quanto a sua volta ribadito con fermezza da san Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica  Ordinatio sacerdotalis  del 1994, dopo che la Comunione  anglicana aveva permesso l’ordinazione  delle donne. 
Un intervento particolarmente  autorevole, firmato da un ecclesiastico  nominato da papa Francesco alla guida dell’ex sant’Uffizio, che dovrebbe stroncare ogni illazione su una possibile apertura  all’ordinazione delle donne.  Gesù Cristo – ricorda Ladaria – «ha voluto conferire» il sacramento dell’ordine «ai dodici  apostoli, tutti uomini, che, a loro volta,  lo hanno comunicato ad altri uomini». Così la Chiesa «si è riconosciuta sempre vincolata a questa decisione del Signore, la quale esclude che il sacerdozio ministeriale  possa essere validamente conferito alle donne». 
L’arcivescovo gesuita quindi rimarca  che l’Ordinatio  sacerdotalis,  «al fine di togliere ogni dubbio su di una questione  di grande importanza che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa» e «in virtù del [suo] ministero di confermare i fratelli», insegna «che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne  l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo  da tutti i fedeli della Chiesa». E che la Cdf «in risposta a un dubbio sull’insegnamento  di Ordinatio sacerdotalis ,  ha ribadito  che si tratta di una verità appartenente al deposito della fede».  Ladaria quindi afferma che «desta seria preoccupazione veder sorgere ancora in alcuni  Paesi delle voci che mettono in dubbio  la definitività di questa dottrina». «Per sostenere che essa non è definitiva, – rileva  – si argomenta che non è stata definita ex cathedra e che, allora, una decisione posteriore  di un futuro Papa o Concilio potrebbe  rovesciarla. Ma «seminando questi dubbi - commenta – si crea grave confusione  tra i fedeli, non solo sul sacramento dell’ordine come parte della costituzione divina della Chiesa, ma anche sul magistero  ordinario che può insegnare in modo infallibile  la dottrina cattolica». 
Ladaria, citando il Concilio di Trento ripreso  dal Denzinger-Hünermann, ribadisce che per quel che riguarda il sacerdozio ministeriale,  la Chiesa riconosce che l’impossibilità  di ordinare donne appartiene alla «sostanza del sacramento» dell’ordine. E «la Chiesa non ha capacità di cambiare questa  sostanza, perché è precisamente a partire  dai sacramenti, istituiti da Cristo, che essa  è generata come Chiesa». Non si tratta quindi «solo di un elemento disciplinare, ma dottrinale, in quanto riguarda la struttura  dei sacramenti, che sono luogo originario  dell’incontro con Cristo e della trasmissione  della fede».  Dopo aver accennato ad alcuni approfondimenti  teologici sul tema Ladaria rileva come «i dubbi sollevati sulla definitività di Ordinatio sacerdotalis  hanno conseguenze  gravi anche sul modo di comprendere il magistero della Chiesa». E ribadisce «che l’infallibilità non riguarda solo pronunciamenti  solenni di un Concilio o del Sommo Pontefice quando parla ex cathedra, ma anche  l’insegnamento ordinario e universale dei vescovi sparsi per il mondo, quando propongono, in comunione tra loro e con il Papa, la dottrina cattolica da tenersi definitivamente». 
E proprio «a questa infallibilità  si è riferito Giovanni Paolo II in Ordinatio  sacerdotalis ». Così egli «non ha dichiarato  un nuovo dogma ma, con l’autorità  che gli è stata conferita come successore  di Pietro, ha confermato formalmente  e ha reso esplicito, al fine di togliere ogni dubbio, ciò che il magistero ordinario e universale  ha considerato lungo tutta la storia  della Chiesa come appartenente al deposito  della fede». E lo ha fatto con «uno stile di comunione ecclesiale» testimoniata  anche dalla «consultazione previa che ha voluto avere a Roma con i presidenti delle  Conferenze episcopali che erano seriamente  interessati a tale problematica». E in quella occasione «tutti, senza eccezione, hanno dichiarato, con piena convinzione, per l’obbedienza della Chiesa al Signore, che essa non possiede la facoltà di conferire  alle donne l’ordinazione sacerdotale». Ladaria infine ricorda gli interventi di Benedetto  XVI di sostegno alla dottrina tradizionale,  rimarcando come lo stesso papa Francesco ha fatto lo stesso. Nel paragrafo 104 dell’esortazione apostolica  Evangelii gaudium  («Il sacerdozio riservato agli uomini,  come segno di Cristo sposo che si consegna nell’Eucaristia»), invitando a non interpretare questa dottrina come espressione  di potere, ma di servizio, in modo che si percepisca meglio l’uguale dignità di uomini  e donne nell’unico corpo di Cristo. E nella conferenza stampa, durante il volo di ritorno dal viaggio apostolico in Svezia, il 1° novembre 2016, quando il Pontefice regnante  ha ribadito: «Sull’ordinazione di donne nella Chiesa cattolica, l’ultima parola  chiara è stata data da san Giovanni Paolo  II, e questa rimane». 
 
 
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