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lunedì 1 agosto 2016

Educazione sessuale cattolica o "mala educaciòn"?
                     
    
di Tommaso Scandroglio          01-08-2016
Discutibile progetto del Pontificio Consiglio sull'educazione sessuale dei giovani                             
Il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha presentato a Cracovia in occasione della Gmg il progetto Il luogo dell’incontro  (clicca qui). Si tratta di sei unità didattiche rivolte ai pre-adolescenti, adolescenti e giovani sui temi dell’affettività e della sessualità, elaborate con il contributo dell’Università cattolica Sant’Antonio di Murcia.
Molti sono gli elementi positivi di questo percorso didattico: il personalismo della dimensione sessuale e affettiva, l’unità inscindibile di anima e corpo, la differenza sessuale, la complementarietà tra maschio e femmina, la castità prima del matrimonio, il legame tra libertà e bene, l’importanza del dominio di sé, solo per citarne alcuni.
Ma non mancano le note stonate. Come ha rilevato con una puntuale analisi il sito Life-Site News, intanto, sono da rilevare alcune omissioni gravi per un documento licenziato da un Pontificio Consiglio cattolico. Non c’è una condanna esplicita di carattere morale e spirituale della fornicazione, della prostituzione, dell’adulterio, della contraccezione, dell’omosessualità e della masturbazione. Non si fa menzione del 6° e 9° comandamento. L’aborto è presentato solo come una scelta che provoca «un grave danno psicologico», ma manca una chiara censura di carattere morale.
Si ribatterà che questo progetto ha natura pedagogica-educativa e non catechetica. Ma la sana pedagogia si fonda sulla teologia e sulla morale naturale. Dal momento che queste schede sono state licenziate da un Pontificio Consiglio cattolico e sono rivolte a giovani cattolici il riferimento a fede e morale non può essere accessorio – rimandi Dio e alla Rivelazione ci sono ma appaiono un po’ anoressici – bensì essenziale, costitutivo di tutto l’impianto progettuale.
Ogni unità prevede poi la visione di vari film. Alcune pellicole scelte sprizzano erotismo, se non pornografia, da molti fotogrammi. Ad esempio, To the Wonder e Amore e altri rimedi sono film che il Pontificio Consiglio per la Famiglia, tenendo fede al proprio nome, consiglia di far vedere ai giovani, ma dove non mancano scene di nudo, amplessi, sesso orale, orgasmi, etc. Sarà pur vero che tale visione è inserita in un cineforum guidato dagli educatori, ma gli ormoni dei giovani si eccitano di più alla vista di certe scene che alle buone parole degli esperti.
Poi c’è la sezione “corredo iconografico”. Alcune foto inserite nelle schede didattiche – a voler essere indulgenti – non offrono un gran servizio all’educazione affettiva. Abbiamo ad esempio due giovani fotografati in primo piano e in secondo piano c’è un complesso scultoreo che ritrae due persone le quali o stanno avendo un rapporto sessuale oppure poco ci manca; una coppia è fotografata seminuda a letto; il busto di un uomo nudo e una mano femminile che lo sta accarezzando ad altezza pube; una prostituta in tenuta non certo invernale; due persone anziane in un caffè e dietro di loro una stampa fotografica che ritrae un uomo nudo che bacia sui seni una donna, anch’essa in costume adamitico (qui le foto).
Si obietterà: «i nostri giovani vivono immersi una società fortemente erotizzata e queste foto – ammettiamolo – sono roba da educande oggigiorno. Potrebbero spingere a pensieri audaci e licenziosi solo quel giovane – unico sulla faccia della terra occidentale – che non ha in casa un televisore, un pc o che non ha mai avuto in mano uno smartphone. Occorre parlare la loro lingua altrimenti non ci capiscono». Lungi da noi fare i bacchettoni e i puritani, ma questa obiezione non regge molto. É come dire che dal momento che Tizio si è fratturato la tibia, allora posso spezzargli anche la falangetta del mignolo.
L’aria inquinata non giustifica fumarsi un pacchetto di sigarette. E quindi se i ragazzi e i giovani  vivono a mollo in un ambiente erotizzato nulla legittima renderlo ancor più erotizzato e registrarsi su questa stessa frequenza d’onda pubblicando foto e facendo vedere film – per usare un eufemismo – non di ottimo gusto formativo. In breve si potevano usare ben altre immagini, senza però scadere – altro vizio cattolico – in stereotipate scenette da Mulino Bianco, che manco Barilla usa più.
In sintesi il progetto Il luogo dell’incontro accanto a molti contenuti condivisibili presenta pure alcuni aspetti che potrebbero far cambiare l’acronimo Gmg da Giornata Mondiale della Gioventù a Giornata Mondiale dei Goduriosi.

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