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lunedì 11 dicembre 2017

A chi giova l'eccitamento mediatico su Medjugorie?



Sulle presunte apparizioni mariane di Medjugorie si è sollevato l’ennesimo polverone mediatico, alimentato da titolisti eccitati, giornalisti fin troppo zelanti e prelati poco attenti alle loro dichiarazioni. Di fronte a un fenomeno delicato e che solleva le attese di milioni di fedeli nel mondo, ci si aspetterebbe più responsabilità da parte di tutti, almeno per evitare un proliferare di mezze verità o bufale vere e proprie.
Il tutto è originato da un’intervista esclusiva concessa al portale Aleteia da monsignor Henryk Hoser, vescovo dimissionario per raggiunti limiti di età di Varsavia-Praga in Polonia, nonché inviato speciale del Papa per compiere la valutazione pastorale del fenomeno Medjugorie. In questa intervista il prelato ha dichiarato che «il culto di Medjugorje è autorizzato. Non è proibito e non deve svolgersi di soppiatto. La mia missione consiste precisamente nell’analizzare la situazione pastorale e nel proporre delle migliorie. (…) Da oggi, le diocesi e altre istituzioni possono organizzare pellegrinaggi ufficiali. Non ci sono più problemi. Ma questa decisione dovrà essere presa dal Papa. Il dossier si trova ora negli uffici della Segreteria di Stato. Credo che a breve la decisione finale sarà presa». ».
Da queste parole Aleteia ha pensato bene di titolare: “Medjugorie è stato autorizzato il culto ufficiale!”, un titolo che comunque va oltre le parole di Hoser, che non ha portato nessun documento, né alcun dato di ufficialità circa l’approvazione del “culto di Medjugorie”. Sabato il quotidiano Il Giornale aveva aperto in prima pagina con un titolo a quattro colonne: “Riconosciuta Medjugorie”, come se le parole di Hoser avessero dato elementi anche sul riconoscimento della Chiesa circa la soprannaturalità delle apparizioni in corso dal 1981. Molti altri giornali hanno parlato di “svolta storica”, riferendosi appunto all’ufficialità del riconoscimento del culto.
Comunque lo stesso Hoser, intervistato domenica dallo stesso Giornale, ha precisato: «Bisogna», ha detto, «distinguere tra il culto e le apparizioni. Se un vescovo vuol organizzare un pellegrinaggio di preghiera a Medjugorje per pregare la Madonna, può farlo senza problema. Ma se si tratta di pellegrinaggi organizzati per andare lì per le apparizioni, non si può, non c'è l'autorizzazione per farlo». Perché, «il problema dei veggenti non è ancora risolto. In Vaticano ci stanno lavorando. Il documento è in Segreteria di Stato e si deve aspettare. E ovviamente serve un pronunciamento del Papa che ha avuto modo di studiare la relazione della commissione presieduta dal cardinale Ruini».
In buona sostanza, tanto rumore per nulla. Dalle parole di Hoser si comprende chiaramente che tutti coloro che si sono affrettati a scrivere di una “svolta storica” dovrebbero avvisare i loro lettori su come stanno le cose. E cioè che, come prima, i pellegrinaggi a Medjugorie sono permessi con accompagnamento pastorale dei fedeli, ma senza dare per certe le presunte apparizioni. Le notizie che filtrano dal Vaticano confermano che non c’è nessuna istruzione recente del Papa a proposito di Medjugorie.
Pertanto, al momento non c’è alcuna novità “ufficiale” riguardo a Medjugorie, se non la benevolenza, più volte espressa, da monsignor Hoser, il quale quest’estate ha anche dichiarato che a suo parere si sarebbe arrivati presto ad una decisione da parte della Santa sede. Una decisione, a dire di Hoser, sostanzialmente favorevole. Ma di questa decisione, per ora, non c’è traccia. Tante chiacchiere (e titoli fuorvianti) su di un fenomeno che riguarda la sensibilità di milioni di fedeli sembrano solo aumentare la confusione, meglio sarebbe che dalla Santa sede arrivasse una voce ufficiale a fare un po’ di chiarezza.
Come ha dichiarato di recente il cardinale Segretario di stato, Pietro Parolin, c’è la «volontà della Santa sede di regolare il fenomeno», soprattutto da un punto di vista pastorale, confermando così una linea attendista che si guarda bene dall’esprimersi definitivamente. Una ipotesi più volte circolata è stata anche quella di togliere la giurisdizione su Medjugorie al vescovo di Mostar-Duvno, monsignor Ratko Peric, notoriamente contrario alla soprannaturalità delle presunte apparizioni, e di affidarne la gestione, se non altro con riferimento alle attività collegate al flusso di pellegrini provenienti da tutto il mondo, a un amministratore apostolico nominato dalla Santa Sede e ad essa direttamente sottomesso. Qualcuno ha anche ipotizzato che questo amministratore sarebbe proprio Hoser, potendosi ora dedicare a tempo pieno a Medjugorie, visto che ha lasciato la sua diocesi polacca per raggiunti limiti di età. Ma anche questo scenario non ha ora alcun riscontro, né dal Vaticano, né dalla diocesi di Mostar.
La confusione è tanta e non giova a nessuno. Papa Francesco, che non ha mai nascosto i suoi personali dubbi sulle presunte apparizioni mariane di Medjugorie, ma che ha molto a cuore la fede del popolo, dovrebbe diradare le nebbie almeno dal punto di vista pastorale.

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