Scrivere la recensione di un libro di Costanza Miriano non è affatto semplice. Se dovessi trovare un aggettivo per definire i suoi libri direi senz’altro che sono esplosivi. (Sarà per questo che il Catholic Herlad l’ha recentemente definita «la scrittrice cattolica più pericolosa del mondo»?). Ad ogni modo, sono esplosivi perché, pagina dopo pagina, la Miriano ti trascina nella sua vita a dir poco movimentata, e anche in quella degli altri. Ti fa conoscere un sacco di persone, ti porta in casa di amici, parenti e conoscenti e ti ci fa pure ficcare un po’ il naso. E poi ti fa ridere (tanto) e piangere (poco), riflettere e scherzare, soffrire e gioire e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo lo fa, tendenzialmente, sempre di corsa: ha quattro figli, un solo marito (precisa lei), è giornalista, scrittrice e ha molte, moltissime altre cose da fare.
Se a tutto questo, si aggiunge il fatto che la sua ultima fatica letteraria, Quando eravamo femmine. Lo straordinario potere delle donne (Sonzogno editore), ha per tema l’universo femminile e il ruolo della donna nella società (detto in altre parole, si tratta di un libro in cui una donna parla a due donne - le sue piccole figlie - di altre donne), ebbene, capirete anche voi che riassumerne i contenuti non sia cosa facile. Ma accetto di buon grado la sfida. E siccome sono donna anch’io – dunque le cose semplici e lineari non fanno per me – partirò dalla fine.
É un libro da leggere? Assolutamente sì. Perché quando si chiude la quarta di copertina, ti rimane addosso una contagiosa voglia di vivere, di fare sul serio, di andare sino in fondo. Di entrare nella vita con fiducia, qualsiasi sia la tua
condizione. Di imparare ad amare di più e in modo più vero tuo marito, tua moglie e chi ti è affidato. In un certo senso sì, Costanza Miriano è pericolosa, perché dice la verità. Specialmente la dice sulle questioni più “scomode”. E la verità rende l’uomo libero dal potere e dalle mode, rende l’uomo se stesso. Soprattutto, a me pare, questo suo nuovo libro racconta la verità sul rapporto tra uomo e donna. Sul loro amore e sulla verità dell’amore.
Scrive la Miriano: «Amare il destino dell’altro ogni giorno e farlo sotto le pieghe dell’abitudine è roba forte. Non è per pesi piuma, per chi è fuori allenamento, per chi si spaventa davanti alle difficoltà. Una vera storia d’amore non si arrende di fronte all’apparenza dei giorni sempre uguali, delle dinamiche che sembrano cristallizzate, della fatica che si fa a sorprendersi ancora. (…) Questi nostri cuori così limitati e fragili si confrontano con il desiderio illimitato di un amore che sia perfetto, che non si distragga né tradisca mai, che sia costante e sempre al massimo. (…). Il fatto è che un amore così nella realtà non esiste, ognuno di noi, uomo o donna, lo vuole ma nessuno di noi è capace, per quanta buona volontà ci possa mettere». Allora la questione fondamentale è capire che «il vero nome dell’amore è il perdono. Infinite volte al giorno, donne e uomini, ci dovremmo perdonare a vicenda per come siamo, cioè povere persone». E, insieme, è scoprire che «l’amore non è solo sentimento, ma è un comandamento» e che «il matrimonio si fa in tre: l’uomo, la donna e Dio».
Queste parole, nel libro, prendono carne nelle storie di tante donne (e uomini) che tutti i giorni ri-scelgono di dirsi di “sì”. Dentro alle fatiche, alle contraddizioni e alle incomprensioni, alle malattie e ai rancori. Storie di matrimoni che rifioriscono, di amori che si rinforzano in modo sorprendente, proprio quando tutto sembra esser perduto. Anche se la società intera vuol farci credere che l’amore “per sempre” sia roba da femminucce illuse, che se la fatica è troppa, allora è meglio lasciar perdere, e che poi - se addirittura si arriva a soffrire- non se ne parla proprio di continuare a stare insieme, ecco, questo libro racconta esattamente tutto il contrario. Ma si badi bene, non si parla di gente un po’ castrata e sfigata o addirittura un po’ masochista, questa è gente bella da far invidia.
Come la storia di Anna che si trova a fare i conti con la sterilità e l’impossibiltà di avere figli. Anna per seguire il marito si trova a vivere in Australia, lontano dai suoi cari e da tutti gli affetti. Anna è sola davanti suo dolore, che giorno dopo giorno diviene insopportabile, è sola di fronte ad un marito freddo e distante che si rifugia totalmente nel lavoro, che non comprende il suo soffrire, che non condivide la sua fede e che praticamente l’ha abbandonata a se stessa.
Scrive la Miriano: «Credo che tante donne avrebbero fatto i bagagli e se ne sarebbero tornate a casa (…). Ma Anna si è fidata della promessa di Chi li aveva sposati, e ha deciso di rimanere, e di obbedire anche quando sembrava assurdo. Ha capito che prima doveva cambiare lei nei suoi confronti e, obbedendo a lui, consegnarlo al Signore. Ha smesso di chiedergli di andare in chiesa (lui era ateo), ha smesso di chiedergli di andare nelle case famiglia (lui non voleva assolutamente adottare bambini), ha smesso di chiedere condivisione e si è messa solo a dare, chiedendo che il Signore riempisse i vuoti e saziasse la fame e attenuasse la sete. Ha capito che non sarebbe stata sterile se avesse generato a una nuova vita suo marito, se gli fosse stata madre nella fede, madre di una vita diversa, più ricca più felice. Quando Anna ha smesso di chiedere e si è data tutta senza risparmio – che ne so, lasciandogli i biscotti e il the in un vassoio vicino al letto quando andava alla messa dove avrebbe tanto desiderato vederlo venire, oppure rinunciando al suo giro con le amiche anche se era l’unica occasione di socializzare in tutto il mese, per aiutarlo a consegnare una relazione, oppure cucinando con amore agli orari che lui desiderava – allora, e solo allora, lui ha cominciato a dare… e adesso aspettano a giorni una chiamata per adottare una bambina».
La verità è che la donna, in questa vita, ha un potere enorme: «se c’è una donna che funziona, tutto intorno a lei fiorisce. Al contrario, una donna che non trova pace per le sue contraddizioni può seminare il caos e la pazzia intorno a sé. La donna ha l’enorme potere di risvegliare il desiderio di bene e di bello in tutte le persone che incontra, il potere di accettare i figli, di fornire nuove persone all’umanità». Ma come è possibile vivere un amore così? Dice la Miriano: «Non so come facciano le altre persone. Io personalmente credo che sia un lavoro di ginocchia. Solo pregando si può riuscire, non facendo sforzi di volontà, non mostrando i muscoli, che peraltro non abbiamo mai abbastanza. (…) Solo pregando si riesce a non ascoltare troppo i sentimenti quando vagano come schegge impazzite, le emozioni che sembrano avere la meglio sulla nostra libertà e sul giudizio che siamo chiamati a dare sulla realtà. Solo chiedendo a Dio quello sguardo che elemosiniamo agli altri, solo chiedendo al Signore che colmi tutte le nostre attese, anche le pretese a volte, più spesso i bisogni». (…) Attraverso la preghiera Dio “cura le nostre ferite”».
É proprio dentro a questa strada di impegno e fedeltà all’amore con il compagno, con il marito, con lo Sposo, che la donna può scoprire chi è, può scoprire il suo compito nel mondo, può essere felice di una felicità vera e piena. Perché i “diritti rosa”, la parità uomo-donna, l’indipendenza realizzata, eccetera, eccetera, non possono – o quanto meno non possono da soli – rispondere al bisogno, alla “voragine” (per dirla alla Miriano) che sta nel cuore di ogni donna. Al suo bisogno infinito di amare ed essere amata. Solo mettendo se stessa e chi le è affidato nelle mani del Signore, solo offrendo il suo cuore a Dio e, in Lui, offrendolo ogni giorno a chi ama, solo cercando di imitare il Suo amore, solo così la donna potrà sperimentare quella pienezza di cuore che rende certi del Paradiso. Ah, dimenticavo, il libro parla di moltissime altre cose interessanti: l’educazione dei figli, la sessualità, la conciliazione famiglia-lavoro, la bellezza. Il punto è che con un solo argomento avevo già finito tutto lo spazio a mia disposizione. Del resto, sono donna anch’io.
Se a tutto questo, si aggiunge il fatto che la sua ultima fatica letteraria, Quando eravamo femmine. Lo straordinario potere delle donne (Sonzogno editore), ha per tema l’universo femminile e il ruolo della donna nella società (detto in altre parole, si tratta di un libro in cui una donna parla a due donne - le sue piccole figlie - di altre donne), ebbene, capirete anche voi che riassumerne i contenuti non sia cosa facile. Ma accetto di buon grado la sfida. E siccome sono donna anch’io – dunque le cose semplici e lineari non fanno per me – partirò dalla fine.
É un libro da leggere? Assolutamente sì. Perché quando si chiude la quarta di copertina, ti rimane addosso una contagiosa voglia di vivere, di fare sul serio, di andare sino in fondo. Di entrare nella vita con fiducia, qualsiasi sia la tua
condizione. Di imparare ad amare di più e in modo più vero tuo marito, tua moglie e chi ti è affidato. In un certo senso sì, Costanza Miriano è pericolosa, perché dice la verità. Specialmente la dice sulle questioni più “scomode”. E la verità rende l’uomo libero dal potere e dalle mode, rende l’uomo se stesso. Soprattutto, a me pare, questo suo nuovo libro racconta la verità sul rapporto tra uomo e donna. Sul loro amore e sulla verità dell’amore.
Scrive la Miriano: «Amare il destino dell’altro ogni giorno e farlo sotto le pieghe dell’abitudine è roba forte. Non è per pesi piuma, per chi è fuori allenamento, per chi si spaventa davanti alle difficoltà. Una vera storia d’amore non si arrende di fronte all’apparenza dei giorni sempre uguali, delle dinamiche che sembrano cristallizzate, della fatica che si fa a sorprendersi ancora. (…) Questi nostri cuori così limitati e fragili si confrontano con il desiderio illimitato di un amore che sia perfetto, che non si distragga né tradisca mai, che sia costante e sempre al massimo. (…). Il fatto è che un amore così nella realtà non esiste, ognuno di noi, uomo o donna, lo vuole ma nessuno di noi è capace, per quanta buona volontà ci possa mettere». Allora la questione fondamentale è capire che «il vero nome dell’amore è il perdono. Infinite volte al giorno, donne e uomini, ci dovremmo perdonare a vicenda per come siamo, cioè povere persone». E, insieme, è scoprire che «l’amore non è solo sentimento, ma è un comandamento» e che «il matrimonio si fa in tre: l’uomo, la donna e Dio».
Queste parole, nel libro, prendono carne nelle storie di tante donne (e uomini) che tutti i giorni ri-scelgono di dirsi di “sì”. Dentro alle fatiche, alle contraddizioni e alle incomprensioni, alle malattie e ai rancori. Storie di matrimoni che rifioriscono, di amori che si rinforzano in modo sorprendente, proprio quando tutto sembra esser perduto. Anche se la società intera vuol farci credere che l’amore “per sempre” sia roba da femminucce illuse, che se la fatica è troppa, allora è meglio lasciar perdere, e che poi - se addirittura si arriva a soffrire- non se ne parla proprio di continuare a stare insieme, ecco, questo libro racconta esattamente tutto il contrario. Ma si badi bene, non si parla di gente un po’ castrata e sfigata o addirittura un po’ masochista, questa è gente bella da far invidia.
Come la storia di Anna che si trova a fare i conti con la sterilità e l’impossibiltà di avere figli. Anna per seguire il marito si trova a vivere in Australia, lontano dai suoi cari e da tutti gli affetti. Anna è sola davanti suo dolore, che giorno dopo giorno diviene insopportabile, è sola di fronte ad un marito freddo e distante che si rifugia totalmente nel lavoro, che non comprende il suo soffrire, che non condivide la sua fede e che praticamente l’ha abbandonata a se stessa.
Scrive la Miriano: «Credo che tante donne avrebbero fatto i bagagli e se ne sarebbero tornate a casa (…). Ma Anna si è fidata della promessa di Chi li aveva sposati, e ha deciso di rimanere, e di obbedire anche quando sembrava assurdo. Ha capito che prima doveva cambiare lei nei suoi confronti e, obbedendo a lui, consegnarlo al Signore. Ha smesso di chiedergli di andare in chiesa (lui era ateo), ha smesso di chiedergli di andare nelle case famiglia (lui non voleva assolutamente adottare bambini), ha smesso di chiedere condivisione e si è messa solo a dare, chiedendo che il Signore riempisse i vuoti e saziasse la fame e attenuasse la sete. Ha capito che non sarebbe stata sterile se avesse generato a una nuova vita suo marito, se gli fosse stata madre nella fede, madre di una vita diversa, più ricca più felice. Quando Anna ha smesso di chiedere e si è data tutta senza risparmio – che ne so, lasciandogli i biscotti e il the in un vassoio vicino al letto quando andava alla messa dove avrebbe tanto desiderato vederlo venire, oppure rinunciando al suo giro con le amiche anche se era l’unica occasione di socializzare in tutto il mese, per aiutarlo a consegnare una relazione, oppure cucinando con amore agli orari che lui desiderava – allora, e solo allora, lui ha cominciato a dare… e adesso aspettano a giorni una chiamata per adottare una bambina».
La verità è che la donna, in questa vita, ha un potere enorme: «se c’è una donna che funziona, tutto intorno a lei fiorisce. Al contrario, una donna che non trova pace per le sue contraddizioni può seminare il caos e la pazzia intorno a sé. La donna ha l’enorme potere di risvegliare il desiderio di bene e di bello in tutte le persone che incontra, il potere di accettare i figli, di fornire nuove persone all’umanità». Ma come è possibile vivere un amore così? Dice la Miriano: «Non so come facciano le altre persone. Io personalmente credo che sia un lavoro di ginocchia. Solo pregando si può riuscire, non facendo sforzi di volontà, non mostrando i muscoli, che peraltro non abbiamo mai abbastanza. (…) Solo pregando si riesce a non ascoltare troppo i sentimenti quando vagano come schegge impazzite, le emozioni che sembrano avere la meglio sulla nostra libertà e sul giudizio che siamo chiamati a dare sulla realtà. Solo chiedendo a Dio quello sguardo che elemosiniamo agli altri, solo chiedendo al Signore che colmi tutte le nostre attese, anche le pretese a volte, più spesso i bisogni». (…) Attraverso la preghiera Dio “cura le nostre ferite”».
É proprio dentro a questa strada di impegno e fedeltà all’amore con il compagno, con il marito, con lo Sposo, che la donna può scoprire chi è, può scoprire il suo compito nel mondo, può essere felice di una felicità vera e piena. Perché i “diritti rosa”, la parità uomo-donna, l’indipendenza realizzata, eccetera, eccetera, non possono – o quanto meno non possono da soli – rispondere al bisogno, alla “voragine” (per dirla alla Miriano) che sta nel cuore di ogni donna. Al suo bisogno infinito di amare ed essere amata. Solo mettendo se stessa e chi le è affidato nelle mani del Signore, solo offrendo il suo cuore a Dio e, in Lui, offrendolo ogni giorno a chi ama, solo cercando di imitare il Suo amore, solo così la donna potrà sperimentare quella pienezza di cuore che rende certi del Paradiso. Ah, dimenticavo, il libro parla di moltissime altre cose interessanti: l’educazione dei figli, la sessualità, la conciliazione famiglia-lavoro, la bellezza. Il punto è che con un solo argomento avevo già finito tutto lo spazio a mia disposizione. Del resto, sono donna anch’io.
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