"maledetti", "il popolo" ignorante, potevano ascoltarle ed essere salvati. "Maledetti" non perché non conoscevano la Legge, ma perché non avevano la forza per osservare tutti i precetti della tradizione; per gli impuri, i pubblicani, le prostitute, i ladri, i pastori, i peccatori, era già troppo il peso di ogni giorno. La storia li aveva umiliati, e questo, agli occhi dei capi e degli intelligenti, dei religiosi e dei moralisti, era il segno inequivocabile della maledizione divina. Ma proprio per loro Dio si è fatto maledizione. Tutti soffriamo perché ci riteniamo impresentabili, vorremmo essere diversi, ed è quello che, di conseguenza, esigiamo dagli altri.
E tu, ti senti maledetto? Pensi che la sorte si sia accanita contro di te? Pensa ai sentimenti che gli eventi politici di questi giorni stanno generando in te. In chi ti identifichi? E' importante, perché il Vangelo oggi ti scruta chiedendoti: per caso anche tu ti alzi nel Parlamento della tua storia per accusare con violenza e rancore chi e che cosa ritieni responsabile della tua sofferenza? Anche tu stai chiedendo le dimissioni del fratello da qualunque responsabilità e collaborazione nella tua vita? Se sì, significa che sei profondamente ingannato, e non ti rendi conto che da un pezzo hai espulso Dio dalle tue cose, e per questo ti sei ritrovato ancora più debole, incoerente, perché nascostamente peccatore; e per far tacere la tua coscienza, accusi negli altri quello che non accetti in te. Sei scontento e infelice perché ti stai giudicando e disprezzando, mentre starai sicuramente giudicando qualcuno come maledetto, cioè incoerente, fallito, perduto. Ma coraggio, la Chiesa non è un Parlamento umano che sguazza nel fango sparato da chi, ritenendosi impeccabile a priori, calunnia e accusa qualcuno per poterne prendere il posto. La Chiesa ha già un "capro espiatorio" che ha pagato per tutti, espulso e ucciso fuori della città. E' Gesù, il Figlio di Dio che si è fatto uomo per te, che ha preso la tua carne perché la maledizione ricadesse sulla sua. Lui ti è accanto, nel fratello che stai giudicando, nella tua vita maledetta perché incostante nel bene, ipocrita e impaurita, per farne un prodigio. Ma solo la semplicità del bisogno di amore e misericordia, cioè la situazione di maledizione accettata, può accogliere il figlio di Giuseppe, il falegname "venuto da Nazaret"; solo chi è schiacciato dai peccati può abbandonarsi all'unico che si è fatto scandalosamente peccato. Gesù "viene da Nazaret" per te, e ciò significa dal luogo e nelle situazioni e momenti in cui meno te lo aspetti. Oggi, ora, perché è adeso che hai bisogno del suo perdono. Basta disprezzarti e disprezzare. Lui è nato nella tua mediocrità, nell'irrilevanza del tuo lavoro, nel grigio della tua debolezza, nella tua malattia. Lui è vissuto a Nazaret, nella Galilea lontana da Gerusalemme, per dirti che ti è stato accanto nei tuoi compromessi pagani, nella tua vita spesa ben distante dal Tempio e dalla sua santità. Lui è venuto per te; si è fatto come te; Lui ama te, così come sei, per farti come Lui. Per dimostrare stolta la sapienza del mondo e falsa quella dei moralisti religiosi, che tanto "studiano" per non accorgersi che il Messia in persona "viene proprio dalla Galilea". Sì, il Messia viene dalla povertà e dalla maledizione per fare di ogni vita una benedizione. Accogliamolo allora, perché ci doni la sapienza crocifissa che, in tutti quelli che il mondo moralista ritiene maledetti e senza speranza, sa discernere le sembianze di Gesù, per accostarci a loro senza esigere nulla, con pazienza e misericordia, annunciando le stesse "parole" con cui Cristo ha salvato noi, così divine e perciò così pienamente umane.
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