Il NO del popolo delle famiglie al referendum di Renzi sulla riforma costituzionale
Lo scorso 28 maggio il Comitato Difendiamo i Nostri Figli (CDNF), promotore dei due grandi Family Day del 2015 e del 2016, ha dato voce a alle preoccupazioni e alle istanze di libertà delle famiglie italiane dando vita al ‘Comitato famiglie per il No al referendum’.
Durante tutta l’estate i rappresentati del Comitato guidato da Massimo Gandolfini hanno già tenuto decine di incontri e conferenze, che hanno visto la partecipazione di migliaia di attivisti e semplici cittadini che hanno riempito teatri, auditorium, piazze e parrocchie di diverse località italiane. Questi eventi hanno avuto luogo anche grazie ai numerosi comitati locali che porteranno avanti, fino al giorno del voto, una campagna capillare di divulgazione sui territori della ragioni per il ‘No’.
Scendere in campo per il ‘No’ alla riforma costituzionale scritta dal governo Renzi non significa infatti essere contro il rinnovamento della Costituzione, che anche le realtà che hanno animato il Family day auspicano attraverso, però, un processo di concertazione fra tutte le rappresentanze della società civile.
Il nostro ‘No’ deciso e argomentato al referendum costituzionale è soprattutto orientato infatti a impedire che il nuovo assetto istituzionale, che accentra tutti i poteri nella figura del premier e nel partito di maggioranza anche causa di una pessima riforma elettorale, venga utilizzato, come dicono pubblicamente gli stessi vertici del Partito Democratico, per completare la trasformazione del tessuto sociale italiano e la destrutturazione della famiglia e della stessa antropologia umana. L’iter di approvazione delle unioni civili, con ben due fiducie, è stato l’evento concreto che ha svelato la vocazione autoritaria dell’attuale governo che ha voluto ignorare due piazze di milioni di persone. E, come da ammissione diretta, è stato il primo passo di una strategia contro l’uomo e la famiglia che va assolutamente fermata. Sempre per stessa ammissione di esponenti di spicco del Pd, le unioni civili sono solo il capo fila di un programma politico teso all’approvazione delle adozioni per tutti, compresi ai single a alle coppie gay; alla regolamentazione della barbara pratica dell’utero in affitto e dell’eutanasia; all’estensione della procreazione artificiale a coppie gay e single; alle leggi liberticide sulla trans-fobia e omo-fobia che ridurranno gli spazi di espressione della libertà di pensiero; alla diffusione dei programmi di educazione all’indifferentismo sessuale nelle scuole; e all’approvazione del divorzio express e della legalizzazione delle droghe.
Con un parlamento sostanzialmente mono camerale, composto da una maggioranza di parlamentari nominati da un solo partito che rappresenta solo una modesta minoranza degli italiani, il premier e il governo riuscirebbero a far approvare queste leggi negando di fatto qualsiasi dibattito democratico ed eliminando qualsiasi bilanciamento dei poteri. E’ quindi in gioco la democrazia e il futuro della famiglia in Italia, per questo abbiamo il dovere di essere determinati nel far conoscere a tutti gli italiani le nostre ragioni per il ‘No’.
Durante tutta l’estate i rappresentati del Comitato guidato da Massimo Gandolfini hanno già tenuto decine di incontri e conferenze, che hanno visto la partecipazione di migliaia di attivisti e semplici cittadini che hanno riempito teatri, auditorium, piazze e parrocchie di diverse località italiane. Questi eventi hanno avuto luogo anche grazie ai numerosi comitati locali che porteranno avanti, fino al giorno del voto, una campagna capillare di divulgazione sui territori della ragioni per il ‘No’.
Scendere in campo per il ‘No’ alla riforma costituzionale scritta dal governo Renzi non significa infatti essere contro il rinnovamento della Costituzione, che anche le realtà che hanno animato il Family day auspicano attraverso, però, un processo di concertazione fra tutte le rappresentanze della società civile.
Il nostro ‘No’ deciso e argomentato al referendum costituzionale è soprattutto orientato infatti a impedire che il nuovo assetto istituzionale, che accentra tutti i poteri nella figura del premier e nel partito di maggioranza anche causa di una pessima riforma elettorale, venga utilizzato, come dicono pubblicamente gli stessi vertici del Partito Democratico, per completare la trasformazione del tessuto sociale italiano e la destrutturazione della famiglia e della stessa antropologia umana. L’iter di approvazione delle unioni civili, con ben due fiducie, è stato l’evento concreto che ha svelato la vocazione autoritaria dell’attuale governo che ha voluto ignorare due piazze di milioni di persone. E, come da ammissione diretta, è stato il primo passo di una strategia contro l’uomo e la famiglia che va assolutamente fermata. Sempre per stessa ammissione di esponenti di spicco del Pd, le unioni civili sono solo il capo fila di un programma politico teso all’approvazione delle adozioni per tutti, compresi ai single a alle coppie gay; alla regolamentazione della barbara pratica dell’utero in affitto e dell’eutanasia; all’estensione della procreazione artificiale a coppie gay e single; alle leggi liberticide sulla trans-fobia e omo-fobia che ridurranno gli spazi di espressione della libertà di pensiero; alla diffusione dei programmi di educazione all’indifferentismo sessuale nelle scuole; e all’approvazione del divorzio express e della legalizzazione delle droghe.
Con un parlamento sostanzialmente mono camerale, composto da una maggioranza di parlamentari nominati da un solo partito che rappresenta solo una modesta minoranza degli italiani, il premier e il governo riuscirebbero a far approvare queste leggi negando di fatto qualsiasi dibattito democratico ed eliminando qualsiasi bilanciamento dei poteri. E’ quindi in gioco la democrazia e il futuro della famiglia in Italia, per questo abbiamo il dovere di essere determinati nel far conoscere a tutti gli italiani le nostre ragioni per il ‘No’.
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