...Questa impressione - che il cristianesimo sia essenzialmente una religione del passato, per la quale soltanto il passato sarebbe normativo, talché il presente e l'avvenire rimangono come incatenati a quel passato - è andata sempre più radicandosi tra i contemporanei, contribuendo al loro distacco dal cristianesimo, a motivo di un falso concetto della rivelazione e della sua conclusione con la morte dell'ultimo apostolo.
A voler interpretare la rivelazione come una serie di comunicazioni soprannaturali avvenute durante l'esistenza di Gesù e definitivamente esaurite con la scomparsa degli apostoli, la fede sarebbe di fatto da intendersi come una costruzione concettuale irrimediabilmente vincolata al passato. Ma questa visione storicistica e intellettualistica della rivelazione, stabilitasi progressivamente in epoca moderna, è del tutto errata. La rivelazione non consiste in una serie di affermazioni: la rivelazione è Cristo stesso. Egli è il Logos, la Parola che abbraccia ogni cosa. E poiché Dio esprime tutto se stesso in questa Parola, noi la chiamiamo Figlio di Dio. Quest'unico Logos si è comunicato a noi con parole normative, nelle quali egli manifesta tutto se stesso.
Ma "la" Parola rimane superiore a tutte "le" parole, e queste non possono esaurirla. E tuttavia le parole partecipano all'inesauribilità della Parola, si dischiudono a partire da essa e, si potrebbe dire, crescono col succedersi delle generazioni...
JOSEPH RATZINGER - da "In cammino verso Gesù Cristo"
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