L'ANNUNCIO |
Dal Vangelo secondo Luca 9,46-50.
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
SENZA DIRITTI A CAUSA DEI NOSTRI PECCATI GESU' CI CHIAMA ACCANTO SE' PER FARE GRANDE NEL CUORE DEL PADRE LA NOSTRA PICCOLEZZA
Siamo bambini che dipendono in tutto da Dio! Viviamo per pura Grazia, e questa è la nostra unica e autentica grandezza: nella misura in cui ci lasciamo amare, la grandezza di Dio colma la nostra vita; presi e posti accanto a Cristo siamo grandi, come il ladrone crocifisso al suo lato. Era lì, ed è entrato in Paradiso con il Signore, il primo di tutti... Coraggio allora, facciamoci prendere da Gesù e lasciamoci crocifiggere con Lui, perché i fatti che oggi ci umilieranno ci purificheranno conducendoci alla verità, all'originalità di ciascuno, che è quella di Adamo prima del peccato, obbediente e abbandonato al Padre. La Croce, infatti, spogliandoci della menzogna, ci unisce a Cristo che, per salvarci, si è fatto il più piccolo di tutti. Non saremo soli nelle difficoltà! C'è Lui che ci prende e ci accoglie nella sua intimità per ridonarci la dignità perduta. Allora, è all'ultimo posto che nasce la vera comunione con i fratelli, segreto di un matrimonio santo, di un fidanzamento autentico e di un'amicizia inossidabile, perché la propria realtà accettata umilmente è il grembo che accoglie l'amore di Dio. Nella Verità, infatti, cessano le invidie, le gelosie e gli antagonismi; nella debolezza e nell'indigenza comune a marito e moglie, prete e parrocchiani, genitori e figli, fratello e fratello, opera la stessa potenza di Dio che scaccia il demonio. Nella comunità cristiana è impossibile impedire a Cristo di compiere il bene! L'imperfetto usato nell'originale greco,infatti, indica proprio il tentativo ripetuto e fallito di impedire al tale di scacciare il demonio. Ciò significa che chi cammina nella Chiesa e scende ogni giorno i gradini dell'umiltà, impara ad accogliere se stesso (piccolo e debole) e gli altri (così come sono) "nel nome di Gesù", ovvero nel suo potere che opera miracoli quando, dove e in chi proprio non ce lo aspetteremmo. In te e in me, come in tuo figlio e in quel fratello che stai giudicando perché non ti segue nei tuoi schemi. Quante difficoltà hanno incontrato e continuano a incontrare i carismi donati da Dio alla Chiesa, scontrandosi, nella loro effervescenza e nel loro zelo, con la durezza di chi, spesso affetto da clericalismo cronico, ritiene di essere l'unico depositario del Nome di Gesù.... Ma è proprio quel Nome che si fa dono (carisma) anche nei tempi e luoghi e alle persone più imprevedibili, perché ovunque sia annunciato e conduca alla salvezza le generazioni. Gesù stesso in fondo è stato un carisma incompreso, uno che, secondo il Sinedrio e i potenti di Israele, aveva usato in modo improprio del Nome di Dio, sino a morire per aver bestemmiato ed essersi fatto Dio, ovvero apostolo del Padre. Ma Gesù impedisce che sia impedito l'annuncio, educando così i suoi discepoli a quello che, di lì a poco, anche loro sperimenteranno: il rifiuto da parte della comunità ebraica, la proibizione esplicita di parlare nel Nome di Gesù, sino al martirio. Gesù spezza il laccio della gelosia svelando la verità, che nessuno è contro chi annuncia il Vangelo, non vi può essere rivalità tra chi è stato raggiunto dalla stessa Grazia, dallo stesso amore gratuito.
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