400 Sentinelle in Piedi davanti a Montecitorio per ribadire ancora una volta il diritto dei bambini ad essere cresciuti da una mamma e da un papà
Roma, Maria Gabriella Filippi
Libri, libri e schiere di visi chini nella lettura, assorti e determinati. Quattrocento circa, tutti in piedi, disposti in rete a distanza di un metro l’uno dall’altro; non un’associazione né un partito, né una comunità di fedeli, ma gente legata da un comune sentire, arrivata per un passaparola; davanti a loro svetta l’obelisco di piazza Montecitorio.Quella che si è svolta ieri pomeriggio, proprio alla vigilia dell’apertura del Sinodo per la famiglia, è l’ennesima testimonianza pubblica delle Sentinelle in Piedi: un’ora di veglia silenziosa, seppure tanto silenzioso per le nostre orecchie frastornate, il messaggio di tutti questi uomini e donne niente affatto dimessi è lampante: un messaggio detto senza il bisogno di usare parole, perché dalla foga delle parole siamo ormai soverchiati, tanto da faticare a trovare un qualche senso che sia libero dal tono nauseabondo e vuoto dei tanti slogan che ci piombano nelle orecchie tutti i giorni senza sosta.
Una foresta che cresce non ha bisogno di dirlo per crescere, né di autocelebrarsi per farlo notare: In
modo altrettanto simile quella folla festosa radunata in una piazza di potere; una folla fatta di ragazzi e ragazze, adulti, nonni e cagnolini, bimbi, biberon e passeggini. È stato, agli occhi di turisti e passanti, uno spettacolo evidente, la cui bellezza, nell’ora di silenzio, si intravedeva da sé, da quei visi stanchi di padri e madri di famiglia che tutto hanno fuorché l’aria da sfaccendati. Ma i loro visi lasciano trasparire non la frustrazione ma la serenità di chi si sta mettendo in gioco anima e corpo per costruire il futuro dei propri figli.
È per loro merito se per ora è sfumato il fantasma del ddl Cirinnà: il disegno di legge, oltre all’equiparazione delle unioni tra persone dello stesso sesso ai matrimoni, apriva anche alla stepchild adoption e alla pratica dell’utero in affitto: quest’ultimo, si sa, rigorosamente affittato da donne straniere, appositamente remunerate per portare in grembo uno scricciolo che, dopo nove mesi, viene catapultato tra le braccia dei partner che hanno pagato la sua venuta al mondo, il suo concepimento e la sua gestazione.
Grazie alla resistenza popolare di piazza San Giovanni a Roma, gremita da più di un milione di persone il 20 giugno scorso, questo disegno di legge è stato rinviato al 2016, ma un nuovo testo sulle unioni civili è già in preparazione. Non bisogna abbassare la guardia dunque, a partire dalla scuola, dove ancora prima dell’introduzione del comma 16 dell’art. 1 della legge sulla Buona scuola, in cui si parla di azioni educative per la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”, attività formative con esplicito riferimento alla teoria del gender rivolte a bambini e adolescenti, sono state registrate a decine.
Per questo le Sentinelle sono scese di nuovo in piazza, per tutelare i diritti dei più piccoli, non per fare discriminazioni verso gli omosessuali ma per superare delle categorie fuorvianti che ormai troppo spesso vengono utilizzate per definire le persone: “gay”, “omosessuale”, “eterosessuale”… “termini creati appositamente per far dimenticare il valore infinito di ogni persona, riducendola in base al suo orientamento sessuale. Tra i nostri principali contestatori ci sono molte sigle e molti attivisti Lgbt che spesso si arrogano il diritto di parlare per conto di tutte le persone con attrazioni omosessuali, non tenendo conto del fatto che molte fra queste sono contrarie alla declinazione dei diritti in base alle emozioni o attrazioni sessuali”. Per questo, le Sentinelle scendono in piazza, “anche per amore di chi ci contesta”.
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