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martedì 13 ottobre 2015

«I nostri martiri hanno proclamato il nome del Signore fino all’ultimo respiro»

ottobre 13, 2015 Redazione

egitto-isis-cristiani-martiri-libiaEgitto. Monsignor Bafnotios, vescovo di Samalout, dove sarà costruita la chiesa dedicata ai 21 martiri: «Anche i musulmani, come noi, si sono sentiti fieri di loro»



«Siamo davvero fieri dei nostri martiri. Sono stati obbligati a genuflettersi davanti ai loro assassini, ma erano loro i più forti». Il vescovo di Samalout, monsignor Bafnotios, non ha dubbi quando ripensa ai 21 cristiani martiri sgozzati dall’Isis a febbraio (20 erano egiziani, uno ghanese).
Ora che nel villaggio di Al-Awar, nella sua diocesi, è cominciata la costruzione della chiesa dedicata ai 21 martiri, già canonizzati dalla Chiesa copto-ortodossa, il vescovo spiega a Aide à l’Église en détresse: «I più deboli erano gli assassini, nonostante le loro armi. Altrimenti, perché si sarebbero coperti il volto? Semplice, perché avevano paura. I nostri figli, invece, sono stati forti e hanno proclamato il nome del Signore fino all’ultimo respiro».
MUSULMANI COLPITI. Monsignor Bafnotios ricorda poi che «la Chiesa sa da sempre che il sangue dei martiri è il seme dei cristiani, e da Alessandria ad Assuan, in tutto l’Egitto, la fede dei cristiani si è rafforzata». Anche i musulmani sono orgogliosi della loro testimonianza dei 21 martiri: «Tanti musulmani ci hanno detto di essersi sentiti fieri di loro. I nostri martiri hanno mostrato che noi egiziani siamo un popolo forte».
«IL CIELO È LONTANO». Il vescovo, grazie all’intervento di numerosi benefattori, aiuta le famiglie delle vittime ad andare avanti. Due figlie di Tawadros Youssef Tawadros ricordano così loro padre: «Gli hanno consigliato più volte di cambiare il suo nome in Libia, perché così era facile capire che era cristiano ma lui ha sempre risposto: “Chi cambia il suo nome, alla fine cambierà anche la sua religione”. Noi siamo fiere di nostro padre, non solo per noi, ma anche perché ha fatto onore a tuta la chiesa. È meraviglioso e preghiamo che i suoi assassini si convertano».
La gioia non cancella però il dolore, come spiega un altro figlio piangendo: «Mio papà è in Cielo, ma io sono triste. Perché il Cielo è così lontano».


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