«La misericordia, la giustizia, la compassione in Dio sono unite! Però noi uomini mortali, creature con la mente non capace di unire tutte le cose… noi per chiarire facciamo distinzione ma dobbiamo essere attenti perché in Dio e negli occhi della fede, misericordia e giustizia non sono contrarie! Per me - per me come pastore, come fedele, come uomo che ha misericordia - ho bisogno della misericordia di Dio e non solo di Dio ma di tante persone. Per me pregare: “Dio, abbi misericordia di me” è anche un grido: “Dio fa giustizia a me”! Troviamo la vera giustizia solo in Dio misericordioso».
Lo ha detto il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, presidente di Caritas Internationalis e presidente delegato del Sinodo della famiglia in una intervista a Radio Vaticana. Poche parole, semplici, dirette, fondate sulla conoscenza esatta di ciò che di Dio e temprate nell’esperienza diretta di ciò che è degli uomini.
Parole dolci e forti che tagliano trasversalmente le molte, troppe ubbie di certi commentatori, di certi opinionisti, anche di certo clero. Se in Dio la misericordia e la giustizia sono tutt’uno, e se per l’uomo esse lo sono intimamente e inscindibilmente nell’atto libero e totale di affidamento a Lui, anche oltre (sebbene mai contro) la comprensione razionale delle misteriose vie dell’Onnipotente, a che serve distinguere capziosamente sulla lana caprina o insinuare dubbi su realtà certe? Solo a confondere, come oggi fa chi vorrebbe che la Chiesa sbracasse, stabilendo finalmente che vi sono matrimoni di serie A e matrimoni di serie B, divorzi di prima classe e divorzi di seconda, peccati peccati e peccati tra virgolette.
Lo ha detto il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, presidente di Caritas Internationalis e presidente delegato del Sinodo della famiglia in una intervista a Radio Vaticana. Poche parole, semplici, dirette, fondate sulla conoscenza esatta di ciò che di Dio e temprate nell’esperienza diretta di ciò che è degli uomini.
Parole dolci e forti che tagliano trasversalmente le molte, troppe ubbie di certi commentatori, di certi opinionisti, anche di certo clero. Se in Dio la misericordia e la giustizia sono tutt’uno, e se per l’uomo esse lo sono intimamente e inscindibilmente nell’atto libero e totale di affidamento a Lui, anche oltre (sebbene mai contro) la comprensione razionale delle misteriose vie dell’Onnipotente, a che serve distinguere capziosamente sulla lana caprina o insinuare dubbi su realtà certe? Solo a confondere, come oggi fa chi vorrebbe che la Chiesa sbracasse, stabilendo finalmente che vi sono matrimoni di serie A e matrimoni di serie B, divorzi di prima classe e divorzi di seconda, peccati peccati e peccati tra virgolette.
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