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martedì 27 ottobre 2015

Orcozio

Quarant’anni fa, nell’anno in cui usciva la sua più celebre opera, A clockwork orange, da cui Stanley Kubrick ha tratto il film Arancia meccanica, Anthony Burgess si dedicò a un altro romanzo fanta-sociale, The wanting seed, pubblicato in Italia dall’editore De Carlo nel 1972 col titolo Il seme inquieto. Nel libro, l’anarchico Burgess immagina il futuro del nostro mondo, prendendo come presupposto la vittoria dell’etica anticristiana moderna. Egli basa il romanzo precisamente sulla volontà del nuovo Potere mondiale di superare l’antica ‘età agostiniana’ (quella della grazia e del ‘pessimismo’ sulle facoltà umane) e di favorire l’avvento di un’ ‘età pelagiana’ (cioè libera dal peccato e dalla caduta originale). Il mondo, tuttavia, lungi dall’essere libero e progredito, vede la volontà del cittadino totalmente asservita a quella del Potere. Nella Londra in cui troneggia un palazzo del governo di milleseicento metri d’altezza, con sopra la statua di Pelagio, sono gli omosessuali i controllori di una società libertina e totalitaria: essi sono la sintesi di Pelagio e Agostino, e instaurano una sorta di età agostinianamente omosessuale. Vicino a quel palazzo si erge l’edificio del ministero dell’infertilità, preposto all’impedimento a generare. Nelle scuole tutti gli studenti leggono divertiti ‘Le avventure di Orcozio nelle Cosmicomiche. Orcozio era un buffo demiurgo grande e grosso, il quale sufflaminandus come Shakespeare, spandeva vita indesiderata su tutta la terra. La sovrappopolazione era il suo ramo. Tuttavia non riusciva mai a vincere, in nessuna delle sue avventure: il signor Omo, il suo principale umano, lo metteva sempre in ginocchio’. Il Primo ministro di questa Inghilterra si consiglia col proprio amichetto Abdul Wahab e gli ricorda che
‘Dio è il nemico. Noi abbiamo vinto Dio e lo abbiamo domato riducendolo a personaggio umoristico per il divertimento dei bambini. Orcozio. L’idea di Dio era una pericolosa presenza nella mente del popolo: noi abbiamo sbarazzato il mondo civile da quest’idea. Continua con le tue carezze, pigraccio’. Sui muri della Londra multietnica appaiono manifesti del Ministero dell’Infertilità con la scritta Homo est sapiens, o altri evangelicamente annuncianti Ama il tuo prossimo, con tanto di coppie gay abbracciate. In una Gran Bretagna in cui per ogni figlio prematuramente morto il Ministero dell’Agricoltura si congratula per la quantità di pentossido di fosforo che andrà a nutrire la terra e quello dell’Infertilità offre una lauta mancia, le grandi sciagure che il Potere reprime duramente coincidono con quelle della vita di ogni giorno, il normale lavoro con le sue responsabilità, la passione per la carne, intesa come cibo, o per quella intesa come amore o anche adulterio, la famiglia, le donne ‘multipare’ e tutto quanto sia basato su ciò che è libero, fosse pure la semplice aspirazione alla fecondità o alle passioni che, incontrollate, provocano anche le guerre. La donna funziona come una macchina che per motivi di sussistenza debba sfornare al massimo un solo figlio (veda poi lei con chi e come). Non sono ben viste perciò femmine come Beatrice-Joanna ‘una donna prosperosa di ventinove anni, prosperosa alla vecchia maniera, una maniera che non era più accettata in una donna della sua classe’. Il Potere controlla tutto. Alla vecchia Inghilterra dei liberali e dei conservatori è succeduta quella del Potere dell’infecondità omosessuale che, ultimamente, riesce anche ad annullare la differenza tra epoca pelagiana e agostiniana. L’uomo ha superato la legge rigida per cadere nel controllo di un Potere che è l’unico depositario della conoscenza del Bene per l’umanità e che perciò impone per decreto la perfezione auspicata. Il vertice del controllo del Potere consiste nel favorire e dirigere anche le alternative a sé. Così, quando la terra comincia a non fecondare più, seguendo l’esempio dell’uomo, e rifiuta di dare frutti, seguito da tutti gli animali, ecco che il Potere incanala le pulsioni necessarie alla ripresa della generazione favorendo orge e riti di fecondazione collettiva. Poi tenta anche la strada della religione, delle preghiere e dei riti sacrificali, per cercare di fermare l’eccessivo sviluppo dell’antropofagia, che riserva particolari attenzioni alle forze di polizia. Successivamente regola anche l’utilizzo della carne umana, per controllare l’incremento delle nascite. Infine incanala le pulsioni dell’uomo in false guerre che si svolgono come dentro enormi teatri, con tanto di falsi rumori di bombe, di canti militari e di comparse; solo che l’esercitazione è una Sessione Sterminio, le bombe e i proiettili destinati a un intero battaglione sono veri e migliaia risultano i morti, successivamente venduti a un’organizzazione civile e macellati. È la nuova morale: ‘Un ordine senza organizzazione, che significa ordine senza violenza. Una comunità non addensata e sicura. Una casa pulita piena di gente felice. Ma ogni casa, è ovvio, deve avere il suo sistema di eliminazione dei rifiuti’”. Il libro, osserva il gentile collaboratore Francesco Valenti che sin qui ce l’ha recensito, sembra una risposta ante litteram al programma enunciato dal surrealista André Breton : “Rovinare definitivamente l’abominevole nozione cristiana del peccato, della caduta originale, dell’amore redentore”. Buona lettura. Dei tempi.


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