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mercoledì 14 ottobre 2015

Unioni civili. Gandolfini: pronti a scendere in piazza per la famiglia



Fotogramma della manifestazione "Difendiamo i nostri figli" - ANSA



Fotogramma della manifestazione "Difendiamo i nostri figli"  - ANSADifendere la famiglia, contrastare l’ideologia gender, informare. Sono le sfide lanciate dell’incontro che si terrà a Roma, sabato 17 ottobre, al Teatro Adriano organizzato da molteplici organizzazioni pro-family. Preoccupazione è stata espressa per il nuovo testo sulle unioni civili appoggiato dal premier Renzi e che oggi si è incardinato al Senato. Il documento che divide la politica mira ad introdurre un istituto simile al matrimonio e consentire le adozioni da parte di coppie omosessuali. Massimiliano Menichetti ha intervistato Massimo Gandolfini presidente del Comitato “Difendiamo i Nostri Figli” che ribadisce: “siamo pronti a tornare in piazza”:

R. – Il fine di questa iniziativa è quella di ribadire alcuni concetti e principi che sono fondamentali e che, in questo momento, vengono ampiamente messi in discussione - in maniera negativa - con tutto il dibattito che è in corso sul tema in modo particolare delle unioni civili, di fatto omologate alla famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, di cui parla l’Art. 29 della Costituzione, da una parte; dall’altra parte vogliamo assolutamente sottolineare e tenere molto vivo il tema di fermare
ogni tipo di introduzione di una educazione secondo l’ideologia gender nelle scuole di ogni ordine e grado della Repubblica.
D. – Nel nuovo testo sulle unioni civili è stata espunta l’espressione “matrimonio”, ma le cose non cambiano: anzi si rafforza anche l’adozione nei confronti di coppie omosessuali…
R. – E’ una vera presa in giro, lo possiamo chiamare "Cirinnà 2", perché di fatto non è cambiato nulla nella sostanza. Anzi, si è addirittura quasi irrigidito sul tema che per noi è il tema più delicato e scottante che è quello dell’adozione dei bambini, anche sotto forma di “stepchild adoption”. Stiamo facendo una raccolta di firme - che per carità non ha un valore giuridico, però un valore simbolico molto importante - contro questo ddl e siamo a più di mezzo milione di firme nel giro di neanche un mese… Stiamo facendo anche un appello a tutti coloro che, in maniera non ideologica, appartengono a partiti diversi ad analizzare con serietà il "Cirinnà 2", perché questo ha il potere di scardinare la Costituzione e la formazione della società e della famiglia come noi la conosciamo in Italia da secoli e secoli. Qui si tratta di buon senso e il buon senso dice che il bambino ha bisogno di un papà e di una mamma e che l’ambiente sicuramente più vantaggioso per l’educazione e la formazione del bambino è che abbia una famiglia, un papà e una mamma. Tutto il resto è mera e – uso un termine forte – sporca ideologica.
D. – Che cosa rimane della grande manifestazione del 20 giugno, il Family Day, che portò in piazza oltre un milione di persone a Roma?
R. – Rimane tanto, per tutto quello che si sta facendo in questo momento - ad esempio - nel mondo della scuola: per quanto riguarda l’educazione gender: da parte di tutti si sono davvero aperti gli occhi, alzate le antenne e oggi c’è una grandissima attenzione dei genitori e non scappa nulla… E questo perché le persone sono allertate a leggere i testi dei loro figli. Questo è merito della manifestazione del 20 giugno, perché altrimenti Pof, Pek e quant’altro passavano nella ignoranza, nell’oblio totale degli aventi diritto all’educazione, che sono i genitori. Seconda cosa: pensa che tutto il polverone che si è alzato e che si sta ancora alzando sul Cirinnà esisterebbe se non ci fosse stato il 20 giugno? Terza questione: il 20 giugno non è chiuso! Stiamo pensando concretamente ad un’altra manifestazione grande, nazionale, in cui nuovamente il popolo italiano dirà ai propri rappresentanti - che in quanto rappresentanti dovrebbero recepire il comune senso dei cittadini che li hanno eletti - che per noi, la famiglia è un papà, una mamma e i figli, le altre convivenze fra persone di pari sesso vanno rispettate e andranno tutelate, ma non sono una famiglia!. Non ci devono prendere in giro con operazioni di chirurgia estetica: è stato tolto il termine “matrimonio” e ci hanno messo “formazione sociale specifica”, ma dentro è tutto uguale! Non è cambiato nulla!

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