Di ritorno dalle celebrazioni per il centenario delle apparizioni di Fatima, nella consueta conferenza stampa sull'aereo, il Papa ha svelato in modo chiaro di avere molti «personali» dubbi sul fenomeno Medjugorie. Ed è intervenuto, come al solito, a 360° e su molti temi, dall'incontro con il presidente Trump, all'accordo con i lefebvriani, i passi avanti nei rapporti con i Protestanti e le indagini sulle Ong nel fenomeno delle immigrazioni (per i testi facciamo riferimento alla trascrizione pubblicata da Repubblica.it).
FRANCESCO E LE PERPLESSITA' SU MEDJUGORIE
Come sappiamo Benedetto XVI aveva affidato al cardinale Camillo Ruini il compito di indagare sul fenomeno Medjugorie, e la commissione da lui presieduta aveva concluso il lavoro sul finire del 2014. Dopo molte indiscrezioni sul contenuto di quel dossier, ci ha pensato il Papa a togliere ogni dubbio, confermando quello che era già trapelato (vedi QUI). Inoltre, papa Bergoglio ha espresso in modo piuttosto chiaro il suo scetticismo sui fenomeni che ancora sarebbero in corso a Medjugorie, ritornando sul concetto a lui decisamente estraneo di “Madonna postina”, un immagine a cui aveva già fatto riferimento in diverse sue omelie e discorsi.
«La relazione Ruini», ha svelato Francesco sull'aereo di ritorno dal Portogallo, «afferma che si devono distinguere le prime apparizioni, quando i veggenti erano ragazzi e dice che si deve continuare a investigare quelle. Sulle presunte apparizioni attuali, la relazione presenta i suoi dubbi. Io personalmente sono più cattivo, preferisco la Madonna Madre che non la Madonna capo di ufficio telegrafico che ogni giorno invia un messaggio. E queste presunte apparizioni non hanno tanto valore: questo lo dico come opinione personale. C’è chi pensa che la Madonna dica: venite, quel tal giorno alla tal ora darò un messaggio a quel veggente. Poi, terzo punto, c’è il fatto spirituale e pastorale, il nocciolo della relazione: gente che si converte, che incontra Dio, che cambia vita. E questo non grazie a una bacchetta magica. Questo fatto non si può negare. Adesso per vedere questo, ho nominato un vescovo bravo (monsignor Hoser, ndr) che ha esperienza per occuparsi della parte pastorale. Alla fine si dirà qualche parola».
CON LA FRATERNITA' SAN PIO X SI AVVICINA L'ACCORDO
«Alcuni giorni fa nella “feria quarta” della Dottrina della fede hanno studiato un documento che ancora non mi è arrivato. I rapporti attuali in ogni caso sono fraterni: l’hanno scorso ho dato dispensa per la confessione e per i matrimoni. Anche con monsignor Fellay ho un buon rapporto. A me non piace affrettare le cose, ma camminare, camminare e camminare e poi si vedrà. Non è un problema di vincitori o sconfitti, ma di fratelli che devono camminare insieme cercando la formula per fare passi avanti».
RAPPORTI CON I PROTESTANTI: APERTI ALLE SORPRESE
«Sono stati fatti dei grandi passi in avanti. Pensiamo alla prima dichiarazione sulla giustificazione, da quel momento il cammino non si è fermato. Il viaggio in Svezia è stato molto significativo perché era l’inizio e non una commemorazione. Anche lì è stato fatto un passo significativo sull’ecumenismo del cammino: camminare insieme con la preghiera, col martirio, con le opere di carità e di misericordia. Ad esempio la caritas luterana e quella cattolica hanno fatto un accordo di lavoro insieme, un grande passo. Dio è il Dio delle sorprese, ma mai doppiamo fermarci, dobbiamo pregare insieme, testimoniare insieme, fare opere di misericordia insieme, che è la carità di Gesù Cristo. Dobbiamo annunciare che Gesù Cristo è l’unico salvatore e che la grazia viene soltanto da lui. I teologi continueranno a studiare ma il cammino deve andare avanti aperto alle sroprese».
I PROBLEMI CON LA COMMISSIONE PER LA TUTELA DEI MINORI
E' stato chiesto al Santo Padre delle dimissioni di Marie Collins, un caso che recentemente ha sollevato molte discussioni (vedi QUI). Questa la risposta del Papa: «Marie Collins mi ha spiegato bene la cosa, ho parlato con lei, è una brava donna. E continuerà a lavorare nella formazione con sacerdoti su questo punto. Ha rivolto questa accusa e un po’ di ragione ce l’ha perché ci sono tanti casi in ritardo. In ritardo perché si ammucchiavano lì. In questo tempo si è dovuto fare la legislazione, oggi in quasi tutte le diocesi c’è un protocollo da seguire, i dossier vengono fatti bene, è un progresso grande. C’è poca gente, c’è bisogno di più personale capace di seguire questo, il Segretario di Stato e il cardinale Mueller stanno cercando più personale. Si è cambiato il direttore dell’ufficio disciplinare della Congregazione per la dottrina della fede, che era bravissimo ma un po’ stanco ed è tornato in patria per fare lo stesso lavoro lì. Il nuovo è un irlandese, monsignor Kennedy, molto bravo ed efficiente, e questo aiuterà abbastanza. Poi c’è un problema: a volte i vescovi inviano i casi, se il protocollo va bene, passa subito alla riunione della Feria IV, altrimenti deve tornare indietro e per questo si pensa ad aiuti continentali, uno o due per continente: dei pre-tribunali o tribunali continentali. Quando la Feria IV riduceva un sacerdote allo stato clericale, se lui faceva ricorso, il caso veniva studiato dalla stessa Feria IV. Ho creato un altro tribunale e ho messo a capo di questo una persona indiscutibile, l’arcivescovo di Malta Scicluna, tra i più forti contro gli abusi. Se viene approvata la prima sentenza, è finito il caso, il sacerdote ha solo la possibilità di appellarsi al Papa per chiedere la grazia: mai ho firmato una grazia. Marie Collins ha ragione ma noi eravamo sulla strada, ci sono duemila casi ammucchiati in attesa».
L'INCONTRO CON TRUMP
Il prossimo 24 maggio ci sarà il tanto atteso incontro tra Francesco e il presidente Donald Trump. Cosa si aspetta il Papa da questo appuntamento? «Io mai do un giudizio su una persona senza ascoltarla, non devo farlo. Ascolterò, dirò quello che penso e lui quello che pensa, ma mai ho voluto dare un giudizio senza sentire prima la persona. In ogni caso sempre ci sono porte che non restano chiuse, e allora è importante cercare le porte che siano almeno un po’ aperte, entrare in queste porte e parlare per andare avanti, passo dopo passo. La pace è artigianale, si fa ogni giorno, così anche l’amicizia tra le persone, la stima è artigianale, si fa tutti i giorni, il rispetto dell’altro, ascoltare e camminare insieme».
FATIMA E IL VESCOVO VESTITO DI BIANCO
Venerdì nel suo saluto ai fedeli prima del Santo Rosario il Papa ha pregato parlando di sé come “vescovo vestito di bianco”, ossia utilizzando la stessa espressione contenuta nel Terzo segreto, quello svelato nel 2000. «La preghiera non l’ho scritta io», ha detto, «ma sono stati quelli del santuario. Ho notato anche io il collegamento fra il vescovo vestito di bianco, la Madonna con la veste bianca, il bianco che rappresenta l’innocenza dei bambini dopo il battesimo, un collegamento con il colore bianco... Credo che col bianco abbiano cercato di esprimere la voglia di innocenza, di pace, del non fare male all’altro, non fare la guerra. Credo in ogni caso che l’allora cardinale Ratzinger nel 2000 abbia già spiegato tutto chiaramente».
LA PACE: I CRISTIANI AMINO DI PIU' I MUSULMANI
«Fatima è un messaggio di pace portato all’umanità da tre grandi comunicatori che avevano meno di 13 anni. La canonizzazione dei pastorelli è stata una cosa che all’inizio non era pianificata, perché il processo sul miracolo procedeva lentamente, poi sono arrivate le perizie e per me è stata una grande felicità. Il mondo può sperare la pace. E con tutti io parlerò di pace. Prima di imbarcarmi sul volo da Roma ho ricevuto degli scienziati di varie religioni che partecipavano a un convegno all’osservatorio vaticano. Un ateo, senza dirmi da che Paese veniva, mi ha salutato così: “Io sono ateo! Le chiedo un favore: dica ai cristiani che amino di più i musulmani”. Questo è un messaggio di pace!».
LE ACCUSE ALLE ONG E I MIGRANTI: SI INDAGHI
«Ho letto che c’è questo problema, ma ancora non conosco i dettagli e per questo non posso dire. So che c’è un problema e che le indagini vanno avanti. Auguro che proseguano e che tutta la verità venga fuori».
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