Pagine

martedì 16 maggio 2017

Quello che mi accadde a Medjugorje: la guarigione e la salvezza dal moralismo intimista

   
   
di Benedetta Frigerio                    16-05-2017
Medjugorje

Dopo le parole di Papa Francesco su Medjugorje, ci sono state molte reazioni, anche polemiche, soprattutto sconcerto tra i tanti che in questi anni si sono recati nella cittadina dell'Erzegovina dove dal 1981 ci sarebbero le apparizioni della Madonna. La rilevanza del fatto e di quanto accade a Medjugorje ci spinge anzitutto a confrontarci con la realtà di conversioni e guarigioni che ormai riguardano milioni di persone in tutto il mondo. Molto semplicemente partiamo da persone che lavorano o sostengono la Nuova Bussola Quotidiana. 
Sono sempre stata una persona sensibile, con una “ossessione” per l’amore totale e la verità, anche per questo ho avuto un’adolescenza travagliata e spesso ribelle, finché non incontrai l’amore paterno di Cristo attraverso un sacerdote che bruciava di vita e che mi fece scoprire la bellezza del carisma di don Giussani. Conobbi un Cristo che si incarnava in una compagnia dall’identità forte e chiara, con cui si pregava, si celebrava la Messa, si giocava, si studiava e si giudicava il mondo. Una compagnia che il mondo lo sfidava, provocando avversione ma anche molta attrazione. La mia sete radicale trovò una risposta che mi diede più pace. Poi, però, accadde un fatto molto drammatico: fui ferita da un dolore profondissimo e per circa sette anni soffrii profondamente nell’anima e nel corpo. In quegli anni fui sostenuta da amici, sacerdoti, padri che mi permisero di non cedere alla disperazione, ma nonostante tutti i tentativi e sforzi umani di guarire la mia libertà ferita, non riuscivo a liberarmi dalle paure che mi opprimevano, tanto che ad un certo punto rischiai di non farcela. Ma volevo essere felice, perciò non smisi di lottare. Cadevo e mi rialzavo, ma nulla sembrava aiutarmi. Chiedevo a Dio perché, ma in fondo, incastrata in me stessa, puntavo sempre su forze umane. Poi nel 2010, circa un anno dopo la laurea, fui inviata per lavoro a Medjugorje, data la decisione di Benedetto XVI di incaricare la commissione Ruini affinché vagliasse il fenomeno mariano che durava da oltre trent’anni.
IL MIO PRIMO VIAGGIO - Lessi che tre commissioni di medici avevano accertato che non c’era frode e incontrai Diana Basile, fra le prime miracolate. Successivamente volai in Bosnia e arrivai a casa della veggente Marija. Ricordo che intervistandola le chiesi cos’era accaduto quando incontrò don Giussani e lei mi spiegò che “quel santo, che aveva contribuito con Cl a raccogliere le firme per la scarcerazione di padre Jozo (il prete arrestato dal regime comunista per aver difeso i veggenti, ndr), mi chiese fra le altre cose com’era la Madonna e poi si mise a mangiare la zuppa con mio padre”. Don Giacomo Martinelli, che lo accompagnava, mi rivelò la commozione di Giussani di fronte all’amicizia e all’amore semplice nato intorno ai veggenti e il fatto che “in tempi bui Dio fa un dono straordinario agli uomini”. Dopodiché, trovandomi davanti ad una donna accogliente, semplice e piena di gioia mi venne spontaneo rivelare alla veggente il mio dolore. Poco dopo avrebbe avuto l’apparizione quotidiana a cui partecipai pregando: Marija mi disse che anche lei avrebbe pregato per me e di recitare ogni giorno il Rosario per la mia intenzione. A casa della veggente c’erano altre due persone: Silvia Buso, una giovane prima in carrozzina e poi guarita miracolosamente negli anni Duemila durante un’apparizione della Madonna a Ivan, e Alexandre, un giovane francese dal volto radioso e buono che mi confessò di essere uscito dalla depressione grazie al digiuno. Perché, mi spiegò, come dice la Madonna nelle apparizioni, il digiuno può fermare le guerre e addirittura “sovvertire le leggi naturali”. Scoprii poi che Maria chiedeva anche la Confessione mensile, la lettura del Vangelo e la partecipazione all’Eucarestia.
PROVARE PER CREDERE - Ero così bisognosa che decisi di provare la sua via: tornai a casa e cominciai a pregare ogni giorno il Rosario, a digiunare a pane e acqua, ad accostarmi spesso e con fede ai sacramenti, scoprendo che non era uno sforzo o un ragionamento a salvarmi, ma solo Dio. Infatti, accadde un miracolo, perché in un anno guarii sia fisicamente sia spiritualmente, in un cammino che dura ancora oggi: la voragine che avevo dentro, l’assenza piena di paura e angoscia, fu riempita da un amore enorme. I primi mesi ebbi la grazia di percepire fisicamente la vicinanza di Maria e Gesù. Mi riconoscevo amata e protetta (prima faticavo a vederlo), letteralmente in una “botte di ferro”: cominciai così a dire io, a seguire ciò che mi liberava, anche se spesso chi mi stava intorno non capiva. Scoprii i santi, la bellezza della dottrina della Chiesa (anche come antidoto alle eresie e al clericalismo) e la potenza della preghiera, della penitenza e dei sacramenti. Uscii da me stessa, cominciando pian piano a vedere tutto il bene che mi circondava. Il rapporto con Cristo divenne più concreto e carnale, meno celebrale. Riscoprii la libertà del carisma di Giussani, fu come tornare a respirare a pieni polmoni. Ricordo addirittura che mi commuovevo vendendomi ridere di gusto. Da chiusa cominciai ad accogliere, dal misurare all'abbracciare. La Madonna mi ha restituito anche la mia femminilità. Perciò, senza polemica ma come di fronte ad una scoperta di cui non ero a conoscenza prima, andai da un sacerdote amico e gli dissi con semplicità ed entusiasmo: “Perché non mi hai mai detto di mettermi in ginocchio e implorare la grazia?”. Da lì in poi sono tornata spesso a Medjugorje con altre persone, poi cambiate a loro volta. E ogni volta ho fatto un passo e ricevuto grazie di cui penso di comprenderne solo una infinitesima parte.
UN CAMMINO CONTINUO - Non mi sento arrivata, anzi. Nel cammino ci sono state, e ci saranno sempre cadute, indugi, scoraggiamenti e riprese. So, però, qual è la strada e il metodo: Maria che come una madre non smette di indicare la via ai suoi figli, di ammonirli e rigraziarli, di donare amicizie per aiutare la loro libertà ferita a continuare a dire sì. Maria che mi ha fatto comprendere la centralità di Cristo incarnato nei sacramenti e nella  compagnia di una Chiesa fedele ad essi e alla tradizione. Maria che, proprio perché Cristo è spesso ridotto ad un intimismo psicologico, interviene concretamente nella storia a ricordarci quello che purtroppo anche gli uomini di Chiesa spesso si dimenticano di dirci: che la fede non è un capire razionalista o un fare umano, ma l’appartenenza a Cristo incarnato che ti cambia con la Sua grazia. In questi 36 anni la Madonna, attraverso le apparizioni a Medjugorje, ha rinnovato, insieme alla mia vita quella di milioni di persone liberandole dal peccato che, innanzitutto, fa male all’uomo. Ho conosciuto non solo persone che si sono alzate dalle carrozzine, persone a cui attraverso il digiuno è cresciuto un organo, famiglie riunite dopo anni di tradimenti, persone innamorate della Chiesa che prima odiavano, ma anche gente guarita attraverso le mani di una veggente come Vicka. Ho conosciuto persone che non hanno risolto nessuno dei problemi che avevano, ma che sono passate dalla disperazione alla letizia. Ho visto il sacrificio di Marija e di Mirijana senza alcun ritorno personale, se non una vita sempre e continuamente al servizio dei pellegrini. Le ho viste in pace anche quando calunniate e mai preoccupate di difendersi. Le ho viste certe anche quando non comprese. Di altri veggenti non ho conoscenza diretta (a pelle c’è anche chi non mi piace) e non mi scandalizzerebbe se fossero peccatori più incoerenti di altri. Che si sa, può anche apparirti la Madonna ma tu sei libero di aderire con più o meno decisione a ciò che chiede.
COME DICONO I SANTI - Certo di Medjugorje ho visto anche esagerazioni, sensazionalismi, pellegrini prima entusiasti che poi hanno smesso di seguire la Madonna e sono sicura che se le avessimo obbedito di più il diavolo sarebbe più debole di oggi. Ho visto tutto questo senza avere alcun dubbio sul fatto che Maria è presente a Medjugorje e che i suoi messaggi mi hanno cambiato e mi cambiano la vita riempiendomi di grazie, senza che prove e dolori siano venuti a mancare. L’ho conosciuta, ritrovandola descritta allo stesso modo da santi come Luigi Maria Montfort, come mediatrice davanti a Dio, umile ma forte, madre e maestra, donna di preghiera ma concretissima, madre a cui si può chiedere aiuto per la più piccola cosa o scegliere di non domandare nulla per sé, vergine mite davanti a Dio e guerriera contro satana.
LA PRUDENZA - Certo, c’è anche chi pensa sia tutta una grande truffa e che le conversioni continue avvengono solo perché il Signore vede tanta buona fede. Ma domando, come fece Gesù accusato di compiere miracoli e di scacciare i demoni in nome del demonio: “Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi”. Sinceramente, se avessi anche molti dubbi, mi asterrei dal dare un giudizi negativi quantomeno per prudenza, pensando che se poi mi sbagliassi avrei contribuito ad ostacolare la Madonna. In ogni caso sarà la storia a dimostrare la verità. E sarà a breve dato che i dieci segreti (rivelati nei primi anni delle apparizioni, su cui parte della commissione Ruini ha dato parere positivo) verranno rivelati da Mirijana, che oggi ha 52 anni, al suo confessore, padre Peter, il quale dovrà annunciarli al mondo tre giorni prima della loro attuazione.
IO CREDO - Infine, non mi pare strano che Madonna dia appuntamenti, messaggi e riveli segreti, come ha fatto in altre apparizioni approvate dalla Chiesa, ricordandoci che il divino si mischia e si interessa delle nostre vicende più piccole. E, sebbene spetti alla Chiesa giudicare, io credo che sì questa è la mamma di Gesù.

Nessun commento:

Posta un commento