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lunedì 16 gennaio 2017

Giovani «Sentinelle» crescono. Il racconto di un'esperienza di resistenza civile, in Toscana

Giovani «Sentinelle» crescono. Il racconto di un'esperienza di resistenza civile, in Toscana

Pubblichiamo una lettera ricevuta da una giovane sentinella che ha partecipato alla veglia di Cascina (Pi) dello scorso 26 novembre.
Le prossime veglie saranno:
BARI, domenica 15 gennaio ore 12, Piazza del Ferrarese
NAPOLI, sabato 18 febbraio ore 18, Piazza Scarlatti
BERGAMO, sabato 28 gennaio ore 16, Sentierone
«Viviamo nell’epoca dei gessetti colorati e dei minuti di silenzio, delle fiaccolate e dei flash mob, dove tutto è simbolo di qualcosa che difficilmente si materializza nel concreto.
Viviamo nell’epoca dove si difende il mezzo piuttosto che il fine, la giustizia piuttosto che il giusto.
Viviamo nell’epoca in cui è vero tutto ed il contrario di tutto, sempre. Per questo ogni scelta non risulterà mai né giusta né sbagliata, ma rimarrà solo “una nostra scelta”.
Viviamo nell’epoca in cui tutto è possibile. Anche il tecnicamente impossibile oramai ha solamente il limite del tempo: quello che ci divide dal momento in cui diventerà anch’esso possibile.
Certi di questo ovvio e inesorabile paradigma di avanzamento verso un sedicente e autoqualificato “progresso”, l’uomo si dirige acefalo verso direzioni di cui non solo non scorge l’orizzonte, ma proprio l’assenza di un orizzonte gli dà la sicurezza della via: il perdersi diventa il nuovo ago della bussola.
Che l’uomo sia attratto dal nuovo, anche qualora venisse dal Maligno, è cosa nota. L’ignoto avrà sempre il fascino sufficiente per mettere in crisi quell’intelligenza del cuore che Dio ha instillato in noi e che ci dona anche una natura divina, per Sua grazia.
Ma come tutti i doni, come tutti i talenti, il seme che ci ha dato Lui, abbiamo il dovere di coltivarlo noi con le opere.
Partecipando ad una veglia abbiamo imparato immediatamente lo stile sommesso, ma in qualche maniera solenne, importante, delle azioni che stavamo per compiere: non parlare, stare in piedi, non rispondere alle provocazioni ma leggere a debita distanza. Un gesto, quello di leggere in silenzio e in piedi che improvvisamente si dilatava in una marea di significati fisici e simbolici.
In poco tempo quell’atto basilare dell’esistenza quotidiana delle persone destava curiosità nei passanti, attrazione di chi si fermava, interesse di chi avrebbe voluto unirsi ma a primo impatto non capiva ed era magari distratto da chi in varie forme si opponeva. Un banale gesto sortiva tali sgomenti.
Abbiamo deciso di avvicinarci al movimento delle Sentinelle in Piedi perché abbiamo visto un nocciolo duro, resistente, coriaceo che sembrava davvero poggiato su fondamenta solide. E’ stata un’intuizione legata ai segni, ai simboli evocati dallo stile che abbiamo osservato.
In un mondo tempestato di avvisi e notifiche abbiamo notato persone che portavano con sé un libro, a significare la formazione continua, la ricerca della verità in una lotta continua verso il discernimento.
Le abbiamo viste ferme, in piedi, come se non importasse quale intemperia dovessero affrontare: è chiara la direzione da seguire nella ricerca del bene.
In questi segni abbiamo visto la volontà di crescita e di auto educazione, abbiamo visto quella ricerca di auto perfezionamento che non è frutto dell’idolatria dell’uomo verso se stesso, bensì è un perfezionare l’uomo come strumento della volontà di Dio affinché la Sua giustizia possa raggiungere tutto il creato.
E’ un movimento anomalo, ciò che non si vede è ben più grande e potente di quel che si percepisce coi meri sensi. Ma la loro presenza silente in piazza per un’ora, il libro letto davvero, le discussioni che avvengono prima e soprattutto dopo la manifestazione, danno in parte la misura dei risultati.
La nostra esperienza a Cascina (PI) per quanto modesta in dimensioni, ha suscitato non poche reazioni, anche colorite, anche non pacifiche. Qualcuno dei manifestanti, principalmente “pastafariani”, ha dovuto arrendersi di fronte alle montagne di sapienza, di fede, di ostinazione inspiegabile a cui si è trovato di fronte: non era una pagliacciata come tutte le manifestazioni “simboliche” ma vuote a cui ci hanno avvezzato. Qui il simbolo rimanda davvero a qualcosa di altro. E grazie al cielo, loro malgrado, ne hanno avuto un assaggio.
Le Sentinelle in Piedi si dichiarano aconfessionali, e lo sono in effetti. Ma abbiamo provato noi stessi le armi essenziali su cui basano la lotta pubblica: il silenzio e il tempo. Questi due elementi, di cui oggi siamo vilmente defraudati e depauperati, sono la leva che innalza l’uomo, qualunque uomo, verso la sua più profonda essenza, quella Verità immutabile che ci fa riconoscere tutti come figli di Dio e quindi tutti degni di essere raggiunti dalla salvezza di Cristo».

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