E’ a tal punto strabiliante, che si fa fatica a rendersene conto. Che quasi quasi passa liscia senza suscitare un sussulto di sdegno. Il 15 gennaio Ezio Mauro ha intervistato Renzi su Repubblica. Si trattava di fare un bilancio: le ragioni della sconfitta e quelle della ripartenza. Quasi subito Renzi fa un elenco del perché (dei cittadini intelligenti, sottinteso) avrebbero dovuto sostenerlo e dice: “Vede, il Pd potrebbe vantarsi di un Jobs act votato dalla sinistra, di unioni civili votate dai cattolici..”. E questa, bisogna ammetterlo è un’affermazione strabiliante. Renzi continua a vantarsi delle “unioni civili” approvate dal suo governo e, senza alcuna esitazione né alcun pudore, aggiunge: “votate dai cattolici”.
Forse bisogna ricordare cosa dice la Scrittura dei rapporti omosessuali, rapporti che oggi la società riconosce come un bene da tutelare civilmente (ed economicamente). Ci limitiamo a due citazioni: una dal Vecchio, l’altra dal Nuovo Testamento. Il versetto 13 del capitolo 20 del Levitico dice: “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro”; nel primo capitolo della lettera ai Romani di San Paolo (versetti 26-32) si legge: “le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini”, “E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa”. Ovviamente qui non si allude alla pena di morte, ma alla vita spirituale.
Alla luce di tutta la Scrittura nonché di tutta la tradizione fino al Catechismo è possibile che un “cattolico” voti per legittimare, e quindi definire buone, unioni fra persone dello stesso sesso?
Nel vantarsi di aver portato i cattolici a votare per le unioni civili sembra che Renzi non si renda conto di quello che dice. A meno che qualcuno all’interno delle gerarchie ecclesiastiche non gli abbia assicurato il suo sostegno.
Quello che è certo è che le affermazioni scandalose di Renzi a riguardo dei cattolici e le unioni civili non hanno suscitato nessuna eco né nella stampa cattolica né in quella laica. Che ci sia una parte considerevole di monsignori che pensa che la rivelazione vada aggiornata tenendo conto delle loro private inclinazioni? O che ci sia qualcuno che pur di continuare a godere di un beneficio sociale giustamente riconosciuto alla Chiesa come l’8 per mille, ritenga giusto piegarsi alle esigenze della modernità vincente?
In ogni caso non sembra che l’analisi di Renzi sul voto sia scesa troppo in profondità: non solo ha raccontato storie fantastiche sullo sviluppo nazionale, non solo ha procurato mance per garantirsi il voto, non solo ha sistematicamente occupato tutti i mezzi di comunicazione per propagandare sé stesso e il suo governo, non solo ha ignorato i poveri, i giovani e le famiglie. Renzi ha fatto molto di più: ha portato il paese sede della cattedra di Pietro a obbedire ai diktat della gnosi internazionale per distruggere la famiglia e, quindi, la vita. E se ne è vantato.
Forse non sarebbe male che anche Renzi, che anche i politici “cattolici”, ricordassero che, dopo tutto, la storia la conduce Dio.
Forse bisogna ricordare cosa dice la Scrittura dei rapporti omosessuali, rapporti che oggi la società riconosce come un bene da tutelare civilmente (ed economicamente). Ci limitiamo a due citazioni: una dal Vecchio, l’altra dal Nuovo Testamento. Il versetto 13 del capitolo 20 del Levitico dice: “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro”; nel primo capitolo della lettera ai Romani di San Paolo (versetti 26-32) si legge: “le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini”, “E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa”. Ovviamente qui non si allude alla pena di morte, ma alla vita spirituale.
Alla luce di tutta la Scrittura nonché di tutta la tradizione fino al Catechismo è possibile che un “cattolico” voti per legittimare, e quindi definire buone, unioni fra persone dello stesso sesso?
Nel vantarsi di aver portato i cattolici a votare per le unioni civili sembra che Renzi non si renda conto di quello che dice. A meno che qualcuno all’interno delle gerarchie ecclesiastiche non gli abbia assicurato il suo sostegno.
Quello che è certo è che le affermazioni scandalose di Renzi a riguardo dei cattolici e le unioni civili non hanno suscitato nessuna eco né nella stampa cattolica né in quella laica. Che ci sia una parte considerevole di monsignori che pensa che la rivelazione vada aggiornata tenendo conto delle loro private inclinazioni? O che ci sia qualcuno che pur di continuare a godere di un beneficio sociale giustamente riconosciuto alla Chiesa come l’8 per mille, ritenga giusto piegarsi alle esigenze della modernità vincente?
In ogni caso non sembra che l’analisi di Renzi sul voto sia scesa troppo in profondità: non solo ha raccontato storie fantastiche sullo sviluppo nazionale, non solo ha procurato mance per garantirsi il voto, non solo ha sistematicamente occupato tutti i mezzi di comunicazione per propagandare sé stesso e il suo governo, non solo ha ignorato i poveri, i giovani e le famiglie. Renzi ha fatto molto di più: ha portato il paese sede della cattedra di Pietro a obbedire ai diktat della gnosi internazionale per distruggere la famiglia e, quindi, la vita. E se ne è vantato.
Forse non sarebbe male che anche Renzi, che anche i politici “cattolici”, ricordassero che, dopo tutto, la storia la conduce Dio.
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