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mercoledì 11 gennaio 2017

Le olandesine costrette a pregare Allah Ecco servita la sottomissione dell'Occidente




   




di Andrea Zambrano                       11-01-2017
Il video che raffigura le olandesine in preghiera

Dal sincretismo passeremo alla sottomissione. Fantasie? Non proprio, se si uniscono i puntini degli eventi, si scopre che è una semplice conseguenza. La cappella della Madonna di Loreto dell’aeroporto di Malpensa “prestata” ai fedeli musulmani in attesa del volo è soltanto una delle tappe della progressiva islamizzazione della società europea. Accettare di pregare gomito a gomito con la scusa che in fondo “abbiamo lo stesso Dio” porta inevitabilmente i cattolici a non avere chiari i fondamenti della fede. E di conseguenza a non difenderli né promuoverli. Di questo passo non basterà più la coabitazione delle fedi nell’unica religione globale, ma la più forte, quella che gode del maggior soggezione del mondo mediatico e politico, prenderà il sopravvento.
Ci sono notizie che non hanno bisogno di particolari commenti. Ad esse basta solo una foto a corredo. E questa che viene dall’Olanda spiega bene il concetto.
Nella cittadina olandese di Zwolle i bambini di una scuola primaria si sono recati nella moschea cittadina dove un solerte imam non solo ha spiegato loro le caratteristiche dei luoghi di culto islamici, ma per far capire meglio la lezione, ha condotto la preghiera con i bambini, rigorosamente divisi tra maschi e femmine, nella parte dei fedeli. Il video, divulgato dal partito di estrema destra Freedom Party di Geert Wilders, mostra chiaramente le bambine della scolaresca inginocchiarsi in direzione de La Mecca, mettere i gomiti a terra e avvicinare le mani alle orecchie, come prescrive il rituale della preghiera islamica.

L’iniziativa rientra in un progetto della scuola (chissà perché quando si vuole introdurre qualche cosa di rivoluzionario si usa sempre la parola progetto?) per avvicinare i futuri cittadini all’ottica del multiculturalismo religioso. E pazienza se i bambini, molti dei quali battezzati, dunque cristiani, sono stati utilizzati da cavie per la sperimentazione.
Sembra l’avverarsi di “Sottomissione, il romanzo visionario, ma non troppo, dello scrittore francese Michel Houllebec, che ha immaginato il 2022 francese sotto il dominio islamico, politico, religioso e civile. Oppure sembra di aver letto una pagina troppo catastrofista di Eurabia, la definizione coniata con successo 30 anni fa da Bat Ye'or.
Ma questa volta non ci sono tesi o ricostruzioni apocalittiche. Ci sono delle bambine e dei bambini usati per un proselitismo subdolo e accettato perché fatto con tutti i crismi istituzionali. Porselitismo che usa bambini inconsapevoli per il lavaggio del cervello in chiave religiosa.
Ovviamente le immagini divulgate dai giornali hanno indotto il partito di ultradestra a invitare i genitori a non partecipare a campagne di questo tenore. Ma c’è di più: si apprende che alcuni genitori, dopo aver interrogato i figli, hanno denunciato come ai bimbi siano state insegnate canzoni nella cui melodia natalizia è stato inserito un “benvenuto, benvenuto rifugiato”, che ha mandato mamma e papà in ansia.
Siamo oltre il politicamente corretto. Siamo alla sottomissione completa, che tra l’altro viene fatta con una metodologia tipicamente laicista perché il banalizzare la fede e la religione, qualunque, per forzare qualcuno a recitare preghiere contro la sua volontà o la sua conoscenza, è uno degli strumenti del progetto annessionista. A forza di dire che Dio non esiste, anche il solo costringere dei bambini a recitare una preghiera è una violenza alla libertà di religione, oltre che una grave mancanza di rispetto verso la fede. Compresa quella musulmana.
Forse per gli insegnanti olandesi che hanno curato il progetto tutto questo non significherà nulla, sarà puro folklore, ma per un islamico, tutto ciò acquisisce un significato ben preciso nell’immaginario collettivo e anche nel sentire comune musulmano. E’ un qualche cosa che ha che fare con un desiderio di conquista mai estraneo all’Islam, su cui finalmente, almeno nel Paese del tupilani, si può annunciare la fatidica “missione compiuta”.
Anche perché non si tratta di un fenomeno isolato. Nel luglio scorso alcuni genitori hanno protestato per la decisione di una scuola cattolica di Dongen che ha portato gli studenti a visitare una moschea a Rotterdam come parte di un progetto scolastico previsto dal piano di studi. Insomma: si inizierà con le visite di cortesia, poi da lì alla madrassa il passo sarà breve. 

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