Il 13 marzo 2015 a sorpresa Papa Francesco ha annunciato un Giubileo, un Anno Santo straordinario consacrato alla misericordia che inizierà l'8 dicembre 2015 e finirà il 20 novembre 2016. In realtà, tutti i Giubilei hanno al centro la misericordia, da quelli antichi degli Ebrei che ogni cinquant'anni lasciavano riposare la terra, condonavano i debiti e liberavano gli schiavi a quelli moderni introdotti nel 1300 da Bonifacio VIII che collegano il pellegrinaggio alle basiliche romane all'indulgenza plenaria.
Nell'omelia della celebrazione penitenziale che ha aperto le «Ventiquattro ore per il Signore» Francesco è tornato sul tema prediletto della misericordia. «Dio - ha detto - non cessa mai di mostrare la ricchezza della sua misericordia nel corso dei secoli». Partendo dal brano evangelico della donna peccatrice che lava i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli, il Papa ha insistito sull'amore di Dio, che non nega la giustizia ma incontra la persona nella misericordia tramite l'amore. «C’è l’amore della donna peccatrice che si umilia davanti al Signore; ma prima ancora c’è l’amore misericordioso di Gesù per lei, che la spinge ad avvicinarsi». La peccatrice con i suoi gesti «parla di amore ed esprime il suo desiderio di avere una certezza incrollabile nella sua vita: quella di essere stata perdonata. E questa certezza è bellissima. E Gesù le dà questa certezza: accogliendola le dimostra l’amore di Dio per lei, proprio per lei! Dio le perdona molto, tutto, perché "ha molto amato"». Per questa donna «non ci sarà nessun giudizio se non quello che viene da Dio, e questo è il giudizio della misericordia. Il protagonista di questo incontro è certamente l’amore, la misericordia, che va oltre la giustizia», pur senza negarla
Il fariseo dell’episodio «non riesce a trovare la strada dell’amore» perché «invoca solo la giustizia e facendo così sbaglia.
Il suo giudizio sulla donna lo allontana dalla verità e non gli permette neppure di comprendere chi è il suo ospite. Si è fermato alla superficie, non è stato capace di guardare al cuore». Vale anche per noi. «Il richiamo di Gesù spinge ognuno di noi a non fermarsi mai alla superficie delle cose, soprattutto quando siamo dinanzi a una persona. Siamo chiamati a guardare oltre, a puntare sul cuore per vedere di quanta generosità ognuno è capace». «Nessuno – ha ripetuto Francesco – può essere escluso dalla misericordia di Dio; tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, conclude il Papa, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono».
Il perdono segue naturalmente la consapevolezza del peccato: se non ci fosse il peccato, non ci sarebbe nulla da perdonare. E chi più o meno maliziosamente confonde la misericordia con una assurda negazione del peccato dimentica spesso che Francesco è il Papa della confessione, di cui parla spessissimo: e i Giubilei sono sempre grandi occasioni di rilancio della confessione. «Uscendo dal confessionale – ha detto ieri Francesco nell’omelia in cui ha annunciato l’Anno Santo - sentiremo la sua forza che ridona la vita e restituisce l’entusiasmo della fede. Dopo la confessione saremo rinati».
È anche significativo il collegamento che il Papa vuole stabilire fra Anno Santo e nuova evangelizzazione. «Affido – ha concluso - l’organizzazione di questo Giubileo al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia». Incontrare e «dare consolazione ad ogni uomo e ogni donna del nostro tempo». È la nuova evangelizzazione. È il Vangelo della misericordia. Sarà il cuore dell’Anno Santo.
Nell'omelia della celebrazione penitenziale che ha aperto le «Ventiquattro ore per il Signore» Francesco è tornato sul tema prediletto della misericordia. «Dio - ha detto - non cessa mai di mostrare la ricchezza della sua misericordia nel corso dei secoli». Partendo dal brano evangelico della donna peccatrice che lava i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli, il Papa ha insistito sull'amore di Dio, che non nega la giustizia ma incontra la persona nella misericordia tramite l'amore. «C’è l’amore della donna peccatrice che si umilia davanti al Signore; ma prima ancora c’è l’amore misericordioso di Gesù per lei, che la spinge ad avvicinarsi». La peccatrice con i suoi gesti «parla di amore ed esprime il suo desiderio di avere una certezza incrollabile nella sua vita: quella di essere stata perdonata. E questa certezza è bellissima. E Gesù le dà questa certezza: accogliendola le dimostra l’amore di Dio per lei, proprio per lei! Dio le perdona molto, tutto, perché "ha molto amato"». Per questa donna «non ci sarà nessun giudizio se non quello che viene da Dio, e questo è il giudizio della misericordia. Il protagonista di questo incontro è certamente l’amore, la misericordia, che va oltre la giustizia», pur senza negarla
Il fariseo dell’episodio «non riesce a trovare la strada dell’amore» perché «invoca solo la giustizia e facendo così sbaglia.
Il suo giudizio sulla donna lo allontana dalla verità e non gli permette neppure di comprendere chi è il suo ospite. Si è fermato alla superficie, non è stato capace di guardare al cuore». Vale anche per noi. «Il richiamo di Gesù spinge ognuno di noi a non fermarsi mai alla superficie delle cose, soprattutto quando siamo dinanzi a una persona. Siamo chiamati a guardare oltre, a puntare sul cuore per vedere di quanta generosità ognuno è capace». «Nessuno – ha ripetuto Francesco – può essere escluso dalla misericordia di Dio; tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, conclude il Papa, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono».
Il perdono segue naturalmente la consapevolezza del peccato: se non ci fosse il peccato, non ci sarebbe nulla da perdonare. E chi più o meno maliziosamente confonde la misericordia con una assurda negazione del peccato dimentica spesso che Francesco è il Papa della confessione, di cui parla spessissimo: e i Giubilei sono sempre grandi occasioni di rilancio della confessione. «Uscendo dal confessionale – ha detto ieri Francesco nell’omelia in cui ha annunciato l’Anno Santo - sentiremo la sua forza che ridona la vita e restituisce l’entusiasmo della fede. Dopo la confessione saremo rinati».
È anche significativo il collegamento che il Papa vuole stabilire fra Anno Santo e nuova evangelizzazione. «Affido – ha concluso - l’organizzazione di questo Giubileo al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia». Incontrare e «dare consolazione ad ogni uomo e ogni donna del nostro tempo». È la nuova evangelizzazione. È il Vangelo della misericordia. Sarà il cuore dell’Anno Santo.
Nessun commento:
Posta un commento