I leader cristiani locali hanno organizzato una manifestazione pacifica per chiedere giustizia. Alcuni dei fedeli che vi hanno partecipato sono però stati arrestati. È possibile che l’omicidio fosse premeditato da tempo. Tre mesi prima il pastore aveva infatti subito minacce dai membri di un gruppo fondamentalista indù con i quali aveva avuto una discussione.
Aggressioni, linciaggi, arresti immotivati, attentati a chiese, scuole e a proprietà di cristiani sono realtà quotidiana in India. A perseguitare i Cristiani, meno del 3% della popolazione, sono i fondamentalisti indù, favoriti dall’inazione quando non dalla connivenza delle forze dell’ordine. Dal maggio 2014, con la vittoria elettorale del partito nazionalista indù, il Bharatiya Janata Party, i fondamentalisti sono diventati ancora più aggressivi, forti dell’avallo del governo. Un’accusa ricorrente rivolta ai cristiani, che scatena la violenza popolare e legittima arresti e detenzioni, è quella di comprare le conversioni con denaro e di “estorcerle” con attività caritatevoli e assistenziali. Disturba in particolare l’opera di promozione dei cristiani nei confronti dei fuori casta, gli intoccabili dalit, emarginati e discriminati dal sistema induista delle caste.
Nessun commento:
Posta un commento